Un altro caso contestato di alternanza scuola-lavoro, ma questa volta, dopo essere scesi in piazza, vincono gli studenti e non dovranno lavorare il primo maggio. Intanto, l'Uds lancia lo sportello Sos alternanza - primo maggio, per denunciare altri episodi di sfruttamento

È una buona notizia, anche se c’è voluta una protesta di piazza per ribadire quello che dovrebbe essere ovvio. Gli studenti della quarta A del liceo Garibaldi di Napoli hanno vinto la loro battaglia contro l’alternanza scuola-lavoro e non saranno costretti a lavorare gratis il primo maggio. A seguito della manifestazione che i ragazzi hanno organizzato davanti al Pio Monte della Misericordia, il museo napoletano presso cui avrebbero dovuto prestare servizio come guide turistiche nel giorno della festa dei lavoratori, la fondazione che lo gestisce ha deciso di non far lavorare gli studenti il primo maggio.

«La nostra protesta, ribadiamo, non è contro l’ente ospitante o contro la scuola, ma contro l’alternanza scuola-lavoro» spiegano gli studenti. «No all’alternanza scuola lavoro» e «noi gratis non lavoriamo» sono infatti gli slogan urlati dagli studenti durante la protesta. I giovani manifestanti hanno inoltre dichiarato: «non vogliamo essere abituati a un mondo di precarietà e non vogliamo pensare che sia questa la normalità, e che non abbiamo nient’altro da immaginare e desiderare».
Anche Potere al Popolo di Napoli si è schierato con gli studenti. «Il primo maggio non si lavora. Tantomeno a gratis, da minorenni, senza tutele di alcun tipo» si legge in un post su Facebook, che sottolinea: «il primo maggio è la giornata internazionale dei lavoratori, una data nel quale si ricorda e si porta avanti la lotta dei milioni che hanno conquistato il diritto a una retribuzione e a un’istruzione di qualità».
«L’iniziativa del liceo Garibaldi si inseriva nell’ambito del Maggio dei Monumenti, iniziativa napoletana di vecchia tradizione, e in questo senso avevamo accolto la proposta. Di fronte a questa situazione di tensione revochiamo la nostra autorizzazione già concessa alle scuole» con queste parole il sovrintendente del polo museale, Alessandro Pasca di Magliano, ha messo fine alla questione.

Ma come si è arrivati alla protesta di piazza? Left ha intervistato uno dei rappresentanti degli studenti del liceo classico Garibaldi per ricostruire la vicenda e chiedere un parere ai diretti interessati sull’alternanza scuola-lavoro.
«L’alternanza scuola-lavoro viene giudicata malissimo da tutti gli studenti», aveva denunciato il rappresentante d’istituto nei giorni precedenti la protesta. Era infatti tornata alla ribalta la novità della Buona scuola per un altro caso di “sfruttamento istituzionalizzato”, e questa volta, se possibile, con un tempismo che più beffardo non poteva essere: ovvero lavorare durante la giornata di festa dedicata proprio ai lavoratori. Alcuni studenti della quarta A del liceo classico Garibaldi di Napoli, ricordiamo, devono prestare servizio come guide turistiche presso il Pio Monte della Misericordia, centralissimo polo museale della città partenopea, gestito dall’omonima fondazione, che custodisce, tra le altre, le Sette opere di misericordia di Caravaggio. A rendere nota la situazione sono stati gli studenti stessi in un video su Facebook, in cui annunciavano di voler adottare una forma di protesta simile a quella attuata dagli studenti del liceo Vittorio Emanuele II, sempre di Napoli, la scorsa domenica 25 marzo, quando anche questi ultimi furono costretti dall’alternanza scuola-lavoro a lavorare in un giorno festivo. Gli studenti del liceo Garibaldi, invece di indossare il cartellino dello staff del museo, avevano deciso di indossarne un altro su cui sarebbe comparso l’hashtag #AlternanzaScuolaSfruttamento.

Poi, invece, la vicenda ha preso un’altra piega e niente lavoro il primo maggio. Ma restano le perplessità degli studenti. «L’alternanza ci toglie molte ore, non solo durante l’alternanza stessa, ma a volte anche ore di lezione vere e proprie» spiega ancora il rappresentante d’istituto. «Abbiamo infatti delle ore aggiuntive pomeridiane durante le quali un docente ci spiega quello che sarà il nostro compito durante l’alternanza – continua lo studente -. Nella maggior parte dei casi queste ore si svolgono nel pomeriggio, ma a volte è capitato che si svolgessero anche durante l’orario scolastico. In più, chi deve fare da guida turistica in un museo, spesso deve anche prepararsi da solo a casa».

La vicenda non è passata inosservata all’Unione degli studenti (Uds), il sindacato che si batte per la difesa dei diritti degli studenti. Per denunciare e dare risonanza a casi come quello che hanno vissuto i ragazzi del liceo Garibaldi, l’Uds ha lanciato lo sportello Sos Alternanza – Primo Maggio: «per raccogliere segnalazioni di sfruttamento da nord a sud del Paese, per astenerci dalle attività lavorative e per denunciare il furto del nostro tempo libero!».
«È inammissibile che le pause didattiche vengano riempite da ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro, negando agli studenti dei dignitosi tempi di vita» ha dichiarato Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell’Uds. «Ed ancora più grave è il fatto che si mandino a lavorare gli studenti durante una giornata in cui si ricorda la lotta per la riduzione della giornata lavorativa e in cui si denuncia lo sfruttamento sui luoghi di lavoro» ha concluso Picci.