Non stupisce la nuova fonte di liquame in cui nuotano quelli che stanno comunicando altisonanti al mondo che i tre bambini annegati al largo della Libia tre giorni fa siano dei “bambolotti” di una scena ricostruita in studio per mettere in atto un complotto planetario per suscitare pietismo. Non stupisce perché in fondo sono sempre gli stessi che vedevano manichini tra le vittime di Parigi o che ci spiegano come l’uomo non sia mai andato sulla luna. E se dubitare dell’uomo sulla luna premia fino a farti diventare sottosegretario (come nel caso del nostro Carlo Sibilia) non si capisce perché dovrebbero smettere.
Ma ciò che colpisce non è solo la viralità della bufala (la patria dei cretini è sempre stata popolosa) e nemmeno l’ignoranza dietro al presunto scoop (il non sapere che nell’Africa del nord ci siano persona di carnagione chiara, non sapere nulla del rigor mortis, non sapere nulla della saponificazione dei tessuti): ciò che colpisce è che per questa masnada di stolti il “non avere prove” equivale come prova fondamentale perché sia un complotto.
Dicono, questo loschi rimestatori di letame, che se è un fatto è universalmente riconosciuto deve essere per forza falso poiché pianificato dai poteri forti. Quindi gli alberi non sono alberi, il sole è una lampadina, lanciarsi dal ventesimo piano non è mortale e alimentarsi non serve per vivere. “Se tutti credono a qualcosa io dichiaro al mondo che è falsa” è il modo più puerile e vigliacco per farsi notare. Ma i nostri eroi, badate bene, non trovano le prove per sostenere le proprie tesi: si limitano a insinuare contro le tesi degli altri.
Sono gli stessi che nonostante la loro conclamata curiosità non hanno mai trovato il tempo di leggere e raccontare dei migliaia di bambini morti in questi anni (senza bisogno di soffermarsi troppo sugli ultimi tre), sono gli stessi che credono, del resto, che un annuncio su Facebook sia veramente un decreto in atto. Sono gli stessi, del resto, a cui basta la propaganda per convincersi di maneggiare la politica.
Ma che quei bambini siano bambolotti tra le altre cose è anche un enorme condono: se dubito di tutto ho il diritto di non ritenermi coinvolto e quindi credermi assolto. E invece i veri bambolotti siete proprio voi, che avete bisogno di masturbare il vostro ego di fronte alla foto di quei bambini morti per farvi notare dal mondo, esibizionisti codardi di un complottismo che serve per non dover sostenere le proprie idee nel mondo normale. Bambolotti (neri) che hanno bisogno della morte per sentirsi vivi. Vampiri. Cercatori di carogne. Merda, in sintesi. La “pacchia” è la vostra dietro allo schermo.
Buon lunedì.