La narrazione pubblica di una delle fasi più delicate della crescita è costellata da stereotipi e pregiudizi. Da quello dell’inclinazione “naturale” al bullismo dei giovani, sino a quello della loro perenne svogliatezza. Siamo tornati a smontarli, con l’aiuto dei diretti interessati

Da una parte, gli adolescenti dipinti come una generazione di bulli, pericolose pesti in preda ad un’inspiegabile irrequietezza, da irreggimentare e rendere il più possibile innocui. Dall’altra, quelli tratteggiati alla stregua di zombie, in perenne ostaggio di una tecnologia che imbriglierebbe le loro potenzialità, fino a ridurli ad uno stato di apatia sdraiata. Per non parlare poi degli editoriali di prestigiosi quotidiani mainstream di centrosinistra, secondo i quali la linea di demarcazione tra i ragazzini educati e quelli «tracotanti», quelli rispettosi e quelli violenti, ricalcherebbe la separazione tra benestanti e poveri. Stereotipi reazionari (quelli “apocalittici” nei confronti del progresso tecnologico), classisti (quelli che fanno della buona educazione una questione di censo) oppure legati all’ignoranza in ambito psicologico (quelli sulla violenza – oppure la svogliatezza – “innata” dei teenager). Preconcetti che affollano i media e il racconto pubblico di una fase assai delicata della crescita degli esseri umani.

Proseguendo nella nostra ricerca sull’adolescenza (v. lo speciale su Left del 6 aprile 2018) abbiamo voluto nuovamente dimostrare l’inconsistenza di questi falsi miti. Senza sostituirci alla voce degli adolescenti, ma incontrandoli e dandogli ascolto, per comprendere quali sono le loro speranze, i loro desideri, i loro timori. Lo abbiamo fatto grazie ad un progetto di intervento nelle scuole. Scopo dell’iniziativa: il contrasto alla dispersione scolastica legata al disagio psichico. In pratica, una serie di incontri in 13 classi prime dell’Istituto di istruzione superiore Di Vittorio – Lattanzio, nella periferia est di Roma, ha portato quattro professionisti, psicologi e psichiatri, a presentare in aula altrettanti romanzi. Libri usati come strumento, come “grimaldello” culturale per raccontare ai giovani cosa c’è alla radice di patologie come la depressione, oppure di comportamenti violenti come lo stalking e il bullismo, o dei fenomeni legati al razzismo. Ma anche – e soprattutto – per far parlare i giovani di sé.

Ultima tappa del progetto: la presentazione di questi testi e della loro esperienza nella redazione di Left e di Radiolibri.it. Ne emerge il quadro originale di una generazione vivace, impegnata nella ricerca di una propria identità, oltre e nonostante il refrain assillante dei «giovani che non avranno un futuro». In un Paese in cui, va ricordato, il tasso di dispersione scolastica resta un problema grave. Dopo il calo significativo dal 19,6% del 2008 al 13,8% del 2016, nell’anno successivo la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che escono dal sistema dell’istruzione con in tasca solo la licenza media è tornato a salire, attestandosi a quota 14% (dati Istat). Siamo ancora lontani, insomma, dall’obiettivo della strategia di Lisbona, la cosiddetta “Europa 2020”, che invita i Paesi Ue a rientrare nella soglia del 10% prima della fine del decennio. Tutto ciò, in un quadro in cui un milione e 300mila bambini e ragazzi, ben il 12,5%, vivono in Italia condizioni di povertà assoluta (come ricorda il recente report Nuotare contro corrente di Save the children). Uno dei motivi dell’abbandono scolastico precoce è proprio il disagio mentale, e la cultura della prevenzione è il primo tassello, imprescindibile, per intervenire per tempo, quando le prime avvisaglie di sofferenza si manifestano.

Di tutto questo si parla nell’articolo di Amarilda Dhrami, che ha incontrato i giovani studenti che hanno varcato le porte della nostra redazione. Parlandoci delle loro aspettative, dei timori, delle incertezze e dei desideri. Che aspettano solo di essere considerati con attenzione e interesse

Di seguito, inoltre, i podcast delle interviste ai quattro gruppi di studenti. Nei quali si raccontano, a partire dagli spunti forniti nei libri che hanno letto in classe. Buona lettura e buon ascolto.

[divider]I podcast[/divider]

Gruppo coordinato dallo psichiatra e psicoterapeuta Paolo Fiori Nastro / Libro: Ritratto di uno stalker, di Cinzia Piccoli (L’Asino d’oro)

 

Gruppo coordinato dallo psichiatra e psicoterapeuta Valentino Righetti / Libro: Centrifuga, fughe, ritorni e altre storie, Aa.Vv. (Sinnos)

 

Gruppo coordinato dallo psichiatra e psicoterapeuta Riccardo Saba / Libro: Il rischio, di Chiara Lico (Sinnos)

 

Gruppo coordinato dalla psicoterapeuta Emanuela Grossi / Libro: Blues for Lady Day, di Paolo Parisi (Coconino press)

 

 

L’articolo di Leonardo Filippi è tratto da Left n. 23 dell’8 giugno 2018 in edicola


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