«Scatta l’ora legale, panico fra i socialisti!». Ricordate l’indimenticabile copertina di “Cuore”, quando Michele Serra faceva ancora ridere? Bene, anche se l'”onestà va di moda” (come giurano i gialloneri di governo) e i socialisti si stanno assottigliando parecchio (il Ps francese, il Psi, il Pasok, il Pd…) e comunque sono ormai irriconoscibili dopo la mutazione genetica in senso liberista, forse il 28 ottobre potrebbe essere l’ultima volta in cui i possessori di orologi dell’Unione europea dovranno preoccuparsi di spostare le lancette. Ovvio che i socialisti sedicenti non c’entrano, ma l’orario estivo potrebbe valere per sempre.
In realtà, dopo le indiscrezioni di ieri sera e delle prime ore di oggi, sembrava che sarebbe stata l’ora legale a sparire, poi le parole di Juncker, presidente della Commissione europea, avrebbero chiarito: «L’orario estivo sarà quello usato tutto l’anno in futuro». Va detto che spesso lo statista lussemburghese ha conquistato le prime pagine per le sue doti di gaffeur oltre che per i favori fiscali concessi quand’era capo del governo del suo granducato. E forse anche questa incertezza è all’origine della popolarità di entrambi gli hashtag su Twitter: #oralegale, #orasolare.
Solo nel primo pomeriggio, infatti, la stessa commissione europea scioglierà il dubbio, facendo spiegare a un portavoce che presenterà «prossimamente» una proposta legislativa «per abolire il cambio d’ora due volte l’anno» da quella solare a quella legale, in modo che possa essere mantenuta la stessa ora tutto l’anno, senza però dare indicazioni di scelta fra una o l’altra. Oppure si possa continuare a spostare le lancette ogni sei mesi. «Spetta» però «agli stati membri decidere se restare all’ora solare o all’ora legale», in quanto «la scelta del fuso orario resta una competenza nazionale», prosegue il portavoce.
La Commissione europea, comunque, proporrà di abolire il cambio d’orario in tutta l’Unione, ha annunciato Jean-Claude Juncker in un’intervista al canale televisivo tedesco Zdf. «C’è stato un sondaggio pubblico, hanno risposto in milioni e c’è la volontà che l’orario estivo sarà quello usato tutto l’anno in futuro. Quindi sarà così». La proposta definitiva della Commissione Ue, ha quindi spiegato, arriverà oggi, poi la misura dovrà essere approvata successivamente dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di governo, il Consiglio europeo.
La consultazione aperta a tutti i cittadini (non si tratta di un referendum), ha ricevuto una valanga di risposte, ben 4,6 milioni, il numero più alto mai ricevuto da un sondaggio pubblico Ue. Il dibattito è stato acceso a Bruxelles dai governi di Finlandia, Svezia e alcuni Stati membri dell’Est come la Lituania che chiedono di abolire l’ora legale ritenendone superate le ragioni quale il risparmio energetico e adducendo anche motivi di sanità pubblica come i costi dei disturbi del sonno provocati dal cambiamento orario ma non è stata registrata una maggioranza a favore. A febbraio, l’Europarlamento aveva bocciato l’ipotesi di abolire il cambio semestrale dell’ora.
I risultati della consultazione, secondo indiscrezioni della stampa tedesca dove lo stop allo spostare le lancette è anche da mesi al centro del dibattito, vedrebbe una schiacciante maggioranza delle risposte, pari all’80%, favorevole all’abolizione dell’ora legale. Allo stesso tempo però, i rispondenti, secondo altre fonti, sarebbero per quasi due terzi (3 milioni) solo tedeschi. Hanno preso parte alla consultazione on line ben il 3,79% della popolazione tedesca, il 2,94% di quella austriaca e solo lo 0,04% degli italiani.
Il governo tedesco non ha commentato l’annuncio del presidente Juncker, sulla futura eliminazione del passaggio dall’ora solare a quella legale: «Aspettiamo che ci siano concrete proposte da Bruxelles. E poi prenderemo una posizione», ha affermato la portavoce di Angela Merkel, Ulrike Demmer, rispondendo a una domanda in proposito in conferenza stampa. Demmer ha sottolineato che il governo «ha visto positivamente» la procedura, che ha coinvolto milioni di cittadini europei. Scontato il commento del vicepremier Salvini che, nemmeno oggi vincerà il premio per l’originalità: «la Commissione europea lavora tanto per eliminare l’ora legale, ma se ne frega di lavorare per ottenere finalmente un’immigrazione legale. Non ho parole, gli Italiani pagano miliardi per cambiare lancette agli orologi…». Contrari, invece Scalfarotto e Gribaudo all’abolizione dell’ora legale, quindi anche loro scettici sulla dichiarazione di Juncker secondo cui sarà in vigore l’orario estivo tutto l’anno.
Il sito della Commissione europea ha pubblicato proprio oggi l’esito della consultazione online, svoltasi dal 4 luglio al 16 agosto, parlando genericamente di “cambio dell’ora”, nella traduzione esatta dell’ufficio stampa. Per Violeta Bulc, Commissaria europea per i Trasporti, «il messaggio è molto chiaro: l’84% è contrario al mantenimento del cambio dell’ora. Ci organizzeremo di conseguenza e prepareremo una proposta legislativa per il Parlamento europeo e il Consiglio, che poi decideranno insieme». In base ai risultati preliminari, inoltre, più dei tre quarti dei rispondenti (76%) ritengono che il cambio dell’ora due volte l’anno sia un’esperienza “molto negativa” o “negativa”. Per giustificare un’eventuale abolizione del cambio dell’ora i rispondenti hanno avanzato considerazioni legate agli effetti negativi sulla salute, a un aumento degli incidenti stradali o all’assenza di un risparmio energetico.
I risultati definitivi della consultazione pubblica saranno pubblicati nelle prossime settimane; la Commissione redigerà a questo punto una proposta per il Parlamento europeo e il Consiglio in vista di una modifica delle disposizioni vigenti sul cambio dell’ora. Le consultazioni pubbliche sono uno degli strumenti che la Commissione utilizza per realizzare le valutazioni sulle politiche, insieme ad altri elementi come gli studi scientifici. Tra le precedenti consultazioni più importanti si ricordano quella sulla legislazione in materia di uccelli selvatici e habitat (più di 550mila risposte) o quella sulla modernizzazione della politica agricola comune (più di 322mila risposte).
La maggior parte degli Stati membri ha una lunga tradizione di disposizioni relative al cambio dell’ora, molte delle quali risalgono alla prima e alla seconda guerra mondiale o alla crisi petrolifera degli anni settanta. Dagli anni 80 l’Unione europea ha progressivamente adottato norme in virtù delle quali tutti gli Stati membri si impegnavano a coordinare il cambio dell’ora, unificando i diversi regimi nazionali. Dal 1996 tutti gli europei spostano le lancette avanti di un’ora l’ultima domenica di marzo e indietro di un’ora l’ultima domenica di ottobre. Lo scopo delle norme dell’Ue non era quello di armonizzare le disposizioni sul cambio dell’ora nell’Unione ma di affrontare i problemi, soprattutto per i settori della logistica e dei trasporti, che nascono dalla mancanza di coordinamento nell’applicare le variazioni dell’ora nel corso dell’anno. Più schiettamente, il viceportavoce capo della Commissione europea Alexander Winterstein, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, ha ammesso che «in determinati periodi dell’anno, l’orario europeo di apertura e di chiusura delle Borse Usa, il cui andamento influisce sulla direzione delle altre piazze finanziarie». Parallelamente alle disposizioni dell’Ue relative all’ora legale, gli Stati membri applicano tre diversi fusi orari. La scelta del fuso orario è di competenza nazionale.
In base all’ora legale, gli orologi avanzano di un’ora nei mesi estivi, in modo che la luce del giorno duri più a lungo nella sera e, alle latitudini più settentrionali questo comporta che il sole tramonti a cavallo delle 22 con stravolgimenti, pare, per l’organizzazione della vita quotidiana e con una sorta di jet lag di cui si stanno studiano gli effetti. La maggior parte del Nord America e dell’Europa segue l’usanza, mentre la maggior parte dei Paesi altrove non lo fa. La Russia l’ha abbandonata nel 2014, gli Usa la chiamano Dst, daylight saving time, “risparmio diurno di luce”.
L’ora legale nella sua forma attuale fu introdotta in Germania nel 1980 – e molto prima in altri Stati membri dell’Ue – allo scopo di risparmiare energia. Dal 2002, con il passaggio all’Euro è stato uniformemente regolato in tutto il blocco.
Fu Benjamin Franklin, in una lettera scritta nel 1784 a un giornale di Parigi, a lanciare l’idea. Abolita nel 1920, era stata introdotta con la I guerra mondiale, in Italia l’ora legale è stata nei decenni successivi più volte introdotta, sospesa, abolita e di nuovo adottata. Ora funziona dal 1966 per sfruttare meglio la luce del sole nel tardo pomeriggio e alla sera. Fino al 1980 restava in vigore da maggio a settembre. Dal 1981 è invece entrata in vigore dall’ultima domenica di marzo.
A detta di Bruxelles, i numerosi studi «non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive» ma l’avvento dell’ora legale e il ritorno all’ora solare avrebbero effetti sul sonno e sulla concentrazione: si dorme meno e il sonno sarebbe più disturbato, secondo uno studio visto su Neuroscience Letters. In pratica l’organismo si confonderebbe finendo per “sballare” il ritmo circadiano, l’orologio interno che regola le funzioni cicliche. Il solo sorge più tardi e tramonta dopo, quindi sia le modalità “veglia” che quelle “sonno” ne risulterebbero alterate anche per tre settimane.
Un sonno peggiore – stando a uno studio del 2012 letto Journal of Applied Psychology – vuol dire perdita di concentrazione e di produttività. È un periodo, quello del passaggio, in cui le persone perderebbero il 3% del tempo in più a “cyberoziare”: i ricercatori lo hanno scoperto analizzando i dati sulle ricerche di siti della categoria “intrattenimento” forniti da Google per il lunedì successivo all’entrata in vigore dell’ora legale negli Usa. E, nel medesimo periodo, gli studenti ottenevano punteggi del 2% più bassi nel test per l’ammissione al college. Diminuiscono, però, gli incidenti automobilistici mortali nel periodo in cui è in vigore l’ora legale, probabilmente perché c’è più luce quando si rientra dal lavoro. Ma il lunedì in cui l’ora legale entra in vigore se ne registrano di più e aumenterebbero anche gli infortuni sul lavoro per colpa del sonno e della distrazione quando le lancette vengono messe in avanti.
Nella prima settimana di ora legale ci sarebbe anche un picco di attacchi di cuore. Il risveglio è il momento più a rischio per chi rischia l’infarto e i medici suggeriscono di adattarsi a ritmi di un quarto d’ora al giorno. Uno studio australiano ha perfino riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di ora legale, e in quelle successive al ritorno all’ora solare. Secondo i ricercatori, anche un piccolo cambiamento nei ritmi cronobiologici può portare a effetti devastanti nelle persone più vulnerabili.