La responsabile Cgil per le politiche sull’immigrazione auspica una mobilitazione generale permanente: «La posta in gioco è altissima»

Milano, Catania, Perugia-Assisi, Riace: dice Selly Kane, responsabile Cgil per le politiche sull’immigrazione, che sono state belle piazze quelle di queste settimane contro i decreti e le circolari del ministero degli Interni, «perché dimostrano che Salvini non rappresenta tutti quelli che crede di rappresentare». Per questo bisogna dare continuità alla mobilitazione.

«Siamo di fronte a un attacco alle libertà e ai diritti fondamentali della Costituzione», spiega a Left ricapitolando: blocco dei porti, guerra alle Ong, circolare sgomberi, dl sicurezza e immigrazione, cancellazione del modello di accoglienza Riace. «Ma anche il disegno di legge Pillon, un’aggressione ai diritti delle donne, o le discriminazioni di Lodi contro i bambini figli di stranieri fanno parte di questo attacco. Non è solo un attacco frontale ai cittadini migranti, viene messa in discussione la coesione sociale di questo Paese, valori come uguaglianza e solidarietà sono a rischio se prosegue la criminalizzazione della povertà: a questo si punta con il Daspo urbano, con l’inasprimento delle pene per l’occupazione degli immobili. Non vorrei che passi il messaggio che siano solo attacchi ai migranti». Selly Kane, senegalese, da 22 anni in Cgil, è anche vicepresidente del direttivo nazionale di Corso Italia. Dice anche che si sta «creando una società di apartheid che riguarda tutti, smantellando dalle sue profonde radici la nostra società. È oltre il razzismo, la vicenda di Lodi, ad esempio, ci parla dello stato sociale, della sue messa in discussione. E, in generale, i provvedimenti del governo vanno contro movimenti sociali sempre più meticci».

E allora, dice Kane, «bisogna fare presto, non c’è più tempo per una mobilitazione nazionale di tutte le forze democratiche e in cui la Cgil può essere protagonista, segnali in questo senso arrivano anche dalle parole della segretaria Camusso e di altri settori del sindacato». Anche la segretaria uscente, infatti, ha bocciato come « disumano, sbagliato, di dubbia legalità» il tentativo di Salvini di deportare i migranti da Riace: «Non è più tollerabile che chi governa il Paese soffi sul fuoco del razzismo alimentando odio per crescere nei consensi, riportandoci tutti a rivivere le pagine più buie della nostra storia. Non sono più tollerabili atti come quelli di Lodi che dividono e stigmatizziamo», ha detto 48 ore fa Susanna Camusso.

Chiede Left: «C’è una discussione in corso, tra le reti sociali, per una manifestazione a Roma il 10 novembre prossimo contro il razzismo e contro le disuguaglianze. Crede che possa funzionare per quello che propone?». «È un’occasione, almeno come primo appuntamento. È necessario scendere in piazza prima della conversione in legge del decreto Salvini. E comunque non sarà l’ultima scadenza. Da qui alle europee l’attacco sarà sempre più duro e la mobilitazione deve essere permanente e coinvolgere tutti i territori. La posta in gioco – avverte in conclusione – è altissima».

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