Il Def taglia 100 milioni di euro per la scuola e Matteo Salvini vuole trasformare le aule in carceri videosorvegliate h24. Il tutto mentre gli edifici cadono a pezzi. La denuncia degli studenti è inequivocabile, ma manca a sinistra una sponda politica che raccolga le loro istanze

La prima sonora bocciatura del governo giallonero, espressa a gran voce in oltre 50 città italiane, è arrivata dagli studenti il 12 ottobre. “Razzismo, zero investimenti, repressione. Quale cambiamento?”, recitava uno striscione del corteo romano. “Il 71% delle scuole non è a norma. Quale sicurezza?”, si leggeva in un cartello issato da un giovane. Così, con poche e semplici parole d’ordine, i ragazzi e le ragazze scesi in piazza – lo faranno di nuovo di nuovo nella due giorni di mobilitazione il 16 e 17 novembre – hanno demolito la vacua retorica dell’esecutivo sull’istruzione. Che balbetta di finanziamenti che «ci saranno» (cit. Bussetti alla Fiera Didacta a Firenze) mentre nasconde provvedimenti securitari e misure che impoveriscono la formazione. Dall’idea di tagliare 100 milioni circa alla scuola nella legge di bilancio, tra cui 50 dedicati all’alternanza scuola-lavoro (come si evince dalle linee guida presentate nel Def), alle “Scuole sicure” di Salvini: due milioni e mezzo di euro destinati a quindici comuni italiani contro la diffusione della droga negli istituti, per installare videocamere, assumere i vigili, aumentare i controlli, e – in minima parte – per campagne di sensibilizzazione. Senza considerare l’introduzione del Daspo urbano per chi viene colto a spacciare.

«Il 51% delle scuole non è fornito di certificato di idoneità statica. Dunque c’è bisogno di un investimento sulla sicurezza, senza dubbio, ma non certo per acquistare telecamere di controllo», racconta a Left Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti. Secondo il rapporto di Legambiente Ecosistema scuola 2018, divulgato proprio nei giorni scorsi, lo stato di degrado dell’edilizia scolastica non accenna a migliorare. Anzi. Solo il 42,2% degli edifici scolastici è dotato di certificato di prevenzione incendi, il 60,4% di agibilità, il 54,2% di scale di sicurezza, l’83,3% di impianti elettrici a norma.

Mentre Salvini vuole trasformare le scuole in carceri monitorate h24, dunque, gli edifici in cui le nuove generazioni trascorrono le loro giornate rischiano di cadere a pezzi. Ed è bastato che un corpo sociale credibile sollevasse questa evidente contraddizione, per…

L’inchiesta di Leonardo Filippi prosegue su Left in edicola dal 26 ottobre 2018


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