Nel 1980 Lorna Wing ha creato la diagnosi di “sindrome di Asperger”. Disancorando la nosografia dell’autismo dal contesto storico, sociale e politico in cui era nata. E all’interno del quale aveva trovato una sua, sia pure delirante, giustificazione

Il famoso medico austriaco Hans Asperger per primo ritenne di aver individuato un gruppo di bambini con caratteristiche psicologiche particolari: nel 1938 a Vienna egli usò il termine “psicopatici autistici” prima del famoso lavoro di Leo Kanner del 1943, a Baltimora, sull’autismo. Su quest’ultimo tema nel 1944 il pediatra viennese pubblicò un saggio che ebbe un riconoscimento internazionale a partire dal 1980 grazie alla psichiatra inglese Lorna Wing. Da allora l’eponimo “Sindrome di Asperger” è stato sempre più utilizzato nell’ambito della medicina, dei media e dell’opinione pubblica. Asperger passò anni cruciali della sua carriera nella Vienna nazista dopo l’Anschluss, l’annessione della Austria al Reich nel 1938: quale fu il suo rapporto con il nazional socialismo e le politiche di igiene della razza?

Dopo la seconda guerra mondiale è invalsa una narrativa di Asperger come un oppositore del nazifascismo e coraggioso difensore dei suoi pazienti contro il famigerato programma di “eutanasia” e di sterilizzazione forzata. Uno storico viennese della medicina Herwig Czech ha pubblicato ad aprile del 2018 un saggio Hans Asperger National Socialism and “race hygiene” in Nazi-era Vienna, in cui, grazie all’accesso a scritture personali, a documenti inediti di archivio riguardanti le cartelle cliniche e perizie effettuate dal pediatra, si producono le prove che quest’ultimo colluse col nazismo e appoggiò l’“eutanasia” pur senza aderire formalmente al partito.

Una storica dell’università di California Edith Scheffer ha pubblicato a maggio 2018 un libro (tradotto in italiano da Marsilio) I bambini di Asperger: la scoperta dell’autismo nella Vienna nazista. In esso si sostiene che la definizione di “psicopatia autistica”, che si riferiva a problemi di affettività e di socializzazione, sarebbe stata…

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L’articolo dello psichiatra e psicoterapeuta Domenico Fargnoli prosegue su Left in edicola


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