Anche nel nostro Paese, c'è chi vorrebbe che qualcuno prendesse un fucile, si recasse in una moschea e sparasse all’impazzata. Contro questi soggetti pericolosi, quali provvedimenti sta prendendo il ministero degli Interni?

C’è chi in Italia vorrebbe che quanto accaduto in Nuova Zelanda accadesse anche qui. C’è chi, nel nostro Paese, vorrebbe che qualcuno prendesse un fucile, si recasse in una moschea e sparasse all’impazzata. Per quanto inquietante, è questo ciò che emerge leggendo i commenti che si susseguono nei gruppi chiusi e privati in cui parlano, discutono, commentano fascisti, razzisti e leghisti. Entrare in questi microcosmi che si muovono sottotraccia (e all’interno dei quali spesso troviamo genitori, insegnanti, ragazzi, persone assolutamente comuni e da cui, vedendo il profilo, mai ci si aspetterebbe una tale carica di odio e xenofobia) non è facile: come Left ha già documentato, spesso per l’ingresso è necessario rispondere ad alcune domande poi vagliate dagli amministratori.

Domande che lasciano intendere quali siano i criteri della selezione: «Sei di destra?», «Cosa pensi degli immigrati?», «Sei contrario agli immigrati?», «Ti senti sicuro dove risiedi?». All’interno, ovviamente, si commentano tutte le notizie di attualità, in particolare quelle in cui si può dar libero e vergognoso sfogo al proprio odio contro i migranti e contro chi è “reo” di difenderli. Da Laura Boldrini a Rossella Muroni, da Gino Strada a Luigi de Magistris. Esaltato oltre ogni limite, invece, Matteo Salvini.

Ma è proprio sull’attentato di Tarrant che si raggiunge un apice probabilmente mai raggiunto prima. Nel gruppo privato “Movimento nazionalista” (quasi 7mila iscritti) viene pubblicato un post con il ritratto del killer suprematista. I commenti che si susseguono sono spaventosi: «Grande uomo», scrive Francesco T., per Franco B. è «un crociato», per Salvatore S. è «da medaglia d’oro».

In “Ultima legione”, gruppo organizzato online ma anche sul territorio (in questo periodo si stanno organizzando pullman per presenziare a Predappio il 28 aprile, anniversario della morte di «Sua Eccellenza Benito Mussolini»), i toni sono ancora più inquietanti. «Sono ancora pochi», scrive Massimiliano Z. Diversi utenti mettono a paragone quanto avvenuto in Nuova Zelanda con gli attentati islamisti in Europa: «Chi semina raccoglie», scrive Claudio B. E c’è chi scomoda addirittura il padreterno: «Occhio per occhio, dente per dente. Dio lo vuole». Nella follia dei commenti, non manca chi comincia a far di conto: «89 ammazzati al Bataclan, fatto per mano dei mussulmani e tanti altri morti cristiani innocenti. Io non mi indigno per niente per questi mussulmani morti ma non sono ancora abbastanza i conti non sono alla pari». Luigi P., invece, porta avanti una singolare argomentazione: «Io sono contro la violenza ma non contro la difesa personale e quella per me si chiama difesa personale».

Commenti e visioni sulla strage in Nuova Zelanda non mancano anche in “Gruppo lega”, dove campeggia come immagine di copertina la faccia del ministro dell’Interno. Tra i tanti che attaccano «la sinistra» perché avrebbe dato la colpa dell’attentato suprematista allo stesso Salvini, spicca Mara P. che si chiede: «E se vi dicessi che è tutta una finta? Avete visto quanto sangue che c’era? Ma dov’era». Insomma, un montaggio cinematografico e nulla più. Per gli “attacchi” della sinistra, invece, c’è chi consiglia di entrare «a Botteghe Oscure ben armato. Poi tutto si risolve».

Ma i commenti più atroci si rincorrono in “Salviamo l’Occidente dall’invasione”. «E bravi i neozelandesi che hanno assaltato delle moschee», scrive un utente. Per Marco H. dovremmo imparare da loro: «Squadre di quattro (…) È guerra e non l’abbiamo cominciata noi». Qualcuno prova a replicare che è un crimine sempre e comunque ammazzare innocenti. «Sei sicuro? Credi anche tu nei bravi muslims? Questo gruppo ha un titolo preciso. Evidentemente non conosci l’Islam», replica Duncan W. «È un popolo maledetto. Non esiste un musulmano bravo», ribatte Stefano C.

Ma c’è chi alza ancora di più il tiro: «Hitler aveva sbagliato popolo da sterminare», chiosa uno. «L’ho sempre detto anche io che se l’è presa col popolo sbagliato», conferma un altro. «Quanti ne hanno uccisi loro di innocenti? Che comincino a capire che il mondo si sta svegliando», vomita ancora un altro. Fino alla chiusa, inquietante e spaventosa: «Il musulmano bravo esiste: è quello morto! È bravissimo nel concimare la terra! Però a volte la terra la intossica».

Vedremo se il ministro dell’Interno, a capo delle Forze dell’ordine e dunque anche della Polizia postale, farà in modo che si prendano provvedimenti su tali gruppi.