Al bar, sul tram, in spiaggia, sui social. Le falsità che mistificano il fenomeno migratorio e sfregiano l’immagine delle ong che salvano vite nel Mediterraneo circolano ovunque. Diffuse a perdifiato dalla politica e da alcuni media. Ecco un breve manuale per riconoscerle

«Perché la sbruffoncella non ha portato i migranti in Tunisia?», «anche l’Europa ha dato ragione al capitano sui porti chiusi», «le ong nel Mediterraneo fanno aumentare le partenze, e dunque i morti in mare». Eccolo qui, un breve campionario delle castronerie disumane che intercettiamo quotidianamente. Al bar sotto casa, sui social, sull’autobus mentre andiamo al lavoro, sotto l’ombrellone (i più fortunati). Sono i frutti velenosi di una propaganda razzista che ogni giorno si fa più capillare, tra i social e in televisione. Per questo abbiamo deciso di sbufalare una volta per tutte, con l’aiuto di giuristi esperti del tema, le principali falsità che stanno ruotando intorno alle organizzazioni non governative che prestano soccorso nel Mediterraneo e più in generale al fenomeno della migrazione. Con spiegazioni chiare. Da tirare fuori all’occorrenza, come gocce di antidoto contro le panzane xenofobe.

1) LE NAVI ONG SONO UN “PULL FACTOR”?
La sola presenza di imbarcazioni umanitarie nel Mediterraneo centrale fa aumentare le partenze di barconi e gommoni, invogliando i trafficanti di esseri umani battere la rotta, e facendo lievitare il numero di morti in mare: si tratta di una tesi spesso ripetuta negli ambienti di destra, e da Matteo Salvini. Peccato che sia falsa. L’idea che le operazioni delle navi da soccorso al largo della Libia rappresentino per i migranti una “garanzia” che il viaggio vada a buon fine, e li invogli ad affrontare le onde, non ha alcuna base scientifica.
Se si considera il periodo tra gennaio 2016 e aprile 2018, come ha fatto l’analista dell’Ispi Matteo Villa, incrociando i dati di Guardia costiera, Oim e Unhcr, si nota che non c’è alcuna correlazione tra la percentuale di salvataggi delle Ong sul totale delle operazioni mensili e il numero di partenze dalla Libia. Una smentita che arriva anche dagli ultimi numeri raccolti da Villa: «Tra l’1 maggio e il 21 giugno dalla Libia sono partite almeno 3.926 persone. Con Ong al largo, 62 partenze al giorno. Senza Ong, 76 partenze». La forte diminuzione degli sbarchi, a partire dall’estate 2017 – quando peraltro tutte le navi delle ong erano ancora attive – è da imputarsi casomai alle politiche dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti, che strinse accordi con Tripoli per frenare le partenze, dando supporto alla sedicente Guardia costiera libica.

2) LE ONG FANNO ACCORDI CON I TRAFFICANTI DI ESSERI UMANI?
In particolare tra l’estrema destra, ancora circola la fantasia secondo cui…

L’articolo di Leonardo Filippi prosegue su Left in edicola dal 5 luglio 2019


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