Le Regioni reclamano pieni poteri in materia urbanistica con il rischio di riaprire la catena dei condoni edilizi. Il virus parte da lontano ed ha origine nella convinzione che solo cancellando le regole urbane si possano favorire gli investimenti

Ottenere pieni poteri in tema di beni culturali fino ad arrivare a Soprintendenze regionali. Pieni poteri in tema di governo del territorio fatta eccezione per le grandi infrastrutture (porti e aeroporti) da concordare con lo Stato centrale. Pieni poteri in materia ambientale con la sostanziale cancellazione del ministero per l’Ambiente. Pieni poteri in materia di urbanistica con il rischio di riaprire la catena dei condoni edilizi su scala regionale. La definitiva rottura del sistema educativo nazionale.

Il disegno istituzionale dell’autonomia differenziata è chiaro ed evidente: la dissoluzione dello Stato nato dalla Costituzione repubblicana. Ad esempio il governo dei beni culturali è attribuito allo Stato nei Principi generali, all’articolo 9: è possibile immaginare ancora un Paese unito con la Pinacoteca di Brera regionale? Occorre dare atto alla Lega di aver tenuto una condotta di grande coerenza. Le sue radici, tra le canottiere di Bossi e le farneticazioni di oscuri esperti in materia istituzionale, affondano proprio nella volontà secessionista del popolo del Nord contro Roma ladrona e contro il Sud parassita. È evidente che la svolta salviniana per un partito che si apre all’intero Paese e raccoglie consensi anche nelle regioni meridionali, è stato un passaggio tattico per ottenere il risultato di cancellare la Costituzione del 1948.

Le dissoluzioni delle nazioni passano spesso non soltanto per iniziativa altrui, come in questo caso della Lega e ciò che resta di Forza Italia, ma anche per tragici errori commessi da chi avrebbe dovuto vigilare sul rispetto del dettato costituzionale. Le intese istituzionali con le regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto che rischiano di essere portate in approvazione in questi giorni sono state sottoscritte da parte del sottosegretario di Stato agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa nel febbraio 2018, negli ultimi giorni di attività del governo guidato da Paolo Gentiloni. Le bozze dei nuovi…

L’articolo dell’urbanista Paolo Berdini prosegue su Left del 26 luglio 2019


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