Possiamo sconfiggere Salvini con le regole della democrazia parlamentare. Ma soprattutto va contrastato nella società, mobilitandoci contro le sue politiche che criminalizzano i diritti e la solidarietà

In questa gara molto populistica a “fare in fretta” c’è una cosa che veramente va fatta subito e anzi si è già perso troppo tempo: fare sbarcare le ormai 500 persone che sono state salvate dalla Open Arms e che loro si sono stremate ed hanno bisogno di decisioni immediate e nel rispetto delle leggi internazionali e dell’umanità. Questo sì è un atto indispensabile e che riporterebbe nella vita vera il fatto che la spallata di Salvini è in minoranza nella realtà e non solo in Senato.
Nella infuocata discussione “sul calendario” le argomentazioni di Salvini non sono apparse forti, almeno rispetto alle ambizioni dichiarate di poter prendere tutto il potere.
Per testimoniare della voglia del popolo di votare ha fatto un lungo elenco di dichiarazioni di industriali che non sono proprio popolo. La gara di populismo lo ha portato poi a dire che voterà il dimezzamento dei parlamentari per poi fare le elezioni.
Dimentica, non sa, finge di non sapere che una legge costituzionale chiede un referendum confermativo e che se non si sa quanti parlamentari bisogna eleggere ben difficilmente si può votare sia per interpretazione istituzionale sia perché il parlamento eletto e sottoposto a modifica strutturale sarebbe di fatto delegittimato o la “riforma” (per altro pessima) rinviata di 5 anni.
Poi un dosaggio di citazioni che i mass media si divertono ad interpretare.
La sensazione è che la sua ascesa sia contrastabile con le regole della democrazia parlamentare. E che sarebbe bene fare subito una legge proporzionale.
Ma soprattutto va contrastata nella società, col popolo vero. Eliminare subito le cose pessime fatte da Salvini (non da solo) è indispensabile. Parlo di migrsnti e di repressione.
E va detto che il problema non sono i conti in astratto ma le condizioni di vita delle persone e che in Italia ci sono molte ricchezze e troppi poveri.