Il Washington Post ha pubblicato oltre duemila pagine di documenti sotto il nome di Afghanistan Papers con cui si dimostra che la guerra in Afghanistan è una lunga sequela (18 anni) di dubbi e di bugie che ha attraversato la presidenza Bush, poi Obama e infine Trump.
«Entro sei mesi – osserva il quotidiano – gli Stati Uniti avevano ampiamente realizzato ciò che si prefiggevano di fare. I leader di al-Qaida e dei talebani erano morti, catturati o nascosti. Ma poi il governo degli Stati Uniti ha commesso un errore fondamentale che ripeterà ancora e ancora nei successivi 17 anni», come mostra l’enorme mole di documenti governativi ottenuti dal Post. «In centinaia di interviste riservate che costituiscono una storia segreta della guerra, funzionari Usa e alleati hanno ammesso di essere andati in direzioni che avevano poco a che fare con al-Qaida o l′11 settembre. Espandendo la missione originale, hanno spiegato di aver adottato strategie di guerra fatalmente imperfette basate su ipotesi errate su un Paese che non capivano. Il risultato: un conflitto impossibile da vincere senza una facile via d’uscita».
Una guerra che risponde solo al bisogno di fare guerra: se qualcuno di voi chiedesse ai comandanti militari contro chi stanno combattendo nessuno saprebbe rispondervi.
Sullo sfondo la solita truffa di esportazione della democrazia: «Ci sono state diverse ipotesi errate nella strategia: l’Afghanistan è pronto per la democrazia da un giorno all’altro, la popolazione sosterrà il governo in breve tempo, più di tutto è meglio», dice Bob Crowley, un colonnello dell’esercito in pensione.
I numeri sono impressionanti: 775.000 soldati impegnati, 2.300 morti, 20.589 feriti. È l’Afghanistan il vero Vietnam. Un terrorismo al contrario.
Dice Gino Strada: «Il terrorismo è la nuova forma della guerra, è il modo di fare la guerra degli ultimi sessant’anni: contro le popolazioni, prima ancora che tra eserciti o combattenti. La guerra che si può fare con migliaia di tonnellate di bombe o con l’embargo, con lo strangolamento economico o con i kamikaze sugli aerei o sugli autobus. La guerra che genera guerra, un terrorismo contro l’altro, tanto a pagare saranno poi civili inermi».
È una notizia enorme. Eppure è così poco diplomatica, così antieconomica che vedrete che se ne parlerà pochissimo. Noi qui rimaniamo sulle nocciole.
Buon mercoledì.