La pandemia da Covid19, dalla quale faticosamente stiamo uscendo, ha messo in luce alcune evidenze, impensabili solo fino a tre mesi fa. Le Regioni del Sud hanno saputo, coi propri scienziati, medici, politici, cittadini, organizzarsi e disciplinarsi contenendo l’ondata pandemica pur con mezzi ridotti all’osso dai continui tagli di risorse. Un Sud che ha rialzato la testa e che ha preso coscienza dei propri diritti violati e delle tante, troppe discriminazioni da sempre subite e ben descritte da Gramsci; dal 1930 immutate. Un Sud afflitto da enormi problemi, in gran parte causati dallo stato coloniale a cui da sempre è sempre stato ridotto dalle politiche governative, ma che ha dimostrato di avere ancora energie per ripartire con efficienza per tentare di uscire definitivamente da quella condizione di subalternità impostagli da politiche miopi e vessatorie.
Politiche che hanno portato nel 2001 alla catastrofica modifica del Titolo V della Costituzione aprendo la strada alla richieste di autonomia differenziata e alle conseguenti privatizzazioni, che proprio in questi giorni in campo sanitario hanno messo in evidenza a quale livello di caos ed inefficienza è stato ridotto il Paese. Un Servizio sanitario nazionale che ha retto, malgrado tutti gli attacchi a cui è stato sottoposto negli ultimi anni, solo grazie al laborioso sacrificio dei propri operatori, innalzandosi ad ultimo baluardo posto alla salvezza di un Paese oramai al collasso. E invece di fermare questa pericolosa deriva egoistica, questa Babele di norme regionali che rende intollerabile la vita dei cittadini, nell’ultimo Dpcm 16 maggio il governo di soppiatto avvia nei fatti e proprio in campo sanitario il regionalismo differenziato.
È chiaro che passata l’emergenza nulla sarà più come prima, vista anche la crisi economica in corso, ed è anche chiaro a tutti che il Mezzogiorno potrebbe rappresentare, grazie alla bassa penetrazione dell’epidemia, una grande possibilità di ripartenza per tutta l’Italia.
Con il Sud si può e si dovrebbe ripartire. Con le sue energie, la sua “fame” di…
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