Ripartire equamente tra Nord, Centro e Sud i fondi in arrivo dall’Europa e gli investimenti pubblici per dare il la alla ripartenza. Sarebbe un primo passo verso il riequilibrio delle risorse tra le varie regioni auspicato da tempo anche dall’Unione europea

La pandemia da Covid-19 poteva e potrebbe ancora essere l’occasione per ripensare le relazioni fra le varie aree del Paese. Il Mezzogiorno, grazie alla bassa penetrazione dell’epidemia, poteva e potrebbe ancora diventare il volano del rilancio per tutta l’Italia, invertendo finalmente la prospettiva geografica, ma purtroppo questo ad oggi non è avvenuto. Così mentre il Nord pur con un’emergenza sanitaria gestita in modo non ottimale, come dimostrato da quanto è accaduto soprattutto in Lombardia, non si è mai fermato, il Sud, pur gestendo bene l’emergenza sanitaria, ha subito una chiusura totale, e una ripartenza ritardata, poco giustificata data la limitata diffusione del virus, fermando tutte le sue attività e subendo per questo un danno economico gravissimo. D’altra parte la consapevolezza di avere una carenza di strutture ospedaliere e relativi presidi, causata da una pluriennale sottrazione di risorse, come testimoniato dal rapporto Eurispes del gennaio 2020 con la sottrazione di 840 miliardi di euro a favore delle Regioni del Nord, ha costretto i presidenti delle Regioni del Sud ad usare metodi estremi, preoccupandosi sopra ogni altra cosa di salvaguardare la vita dei loro concittadini. In quest’ottica bene hanno fatto, anche se l’ultimo rapporto Svimez, diffuso la scorsa settimana, ci informa che lo shock da Covid-19 ha colpito un Mezzogiorno già in recessione e che non aveva ancora recuperato i livelli pre-crisi 2008 di prodotto e occupazione.

La previsione per il 2020 non è rosea, con una caduta della produzione più forte che al Nord e la perdita di ben 380mila occupati (v. Left del 24 luglio 2020, ndr), mentre per il 2021 si prospetta una ripresa più lenta con solo un modesto recupero occupazionale rispetto al Nord. È chiaro che la drammatica mancanza di lavoro crea preoccupazioni anche in relazione all’accendersi in autunno di possibili focolai di tensioni sociali, visto che dopo l’emergenza oltre il 60 per cento delle famiglie non riesce ad arrivare alla fine del mese.
Date le premesse sarebbe giusto un intervento del governo a supporto delle Regioni del Sud con una quota almeno del 34 per cento di investimenti (la percentuale della popolazione al Sud) e il rispetto della destinazione dei fondi in arrivo dall’Europa. Quella del 34 per cento è una clausola che…

Natale Cuccurese è il presidente nazionale del Partito del Sud

L’articolo prosegue su Left in edicola dal 31 luglio

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