Migliaia di pini secolari, a Roma, sono a rischio estinzione a causa di un parassita. Il caso è al centro di una battaglia di civiltà che è ambientale e culturale al tempo stesso. E deve fare i conti con l’inerzia di Comune, Regione e Ministero

«Giocano i bimbi nella pineta di villa Borghese: ballano a girotondo … s’inebriano di strilli come rondini a sera, e sciamano via. Improvvisamente la scena si tramuta … alba nebbiosa sulla via Appia. La campagna tragica è vigilata da pini solitari…». Così scrisse Ottorino Respighi per illustrare con parole il primo e il quarto quadro nei quali ancora oggi la sua musica de I pini di Roma ci fa immergere emozionalmente in una realtà già scomparsa.
Con un altro linguaggio lo stesso racconto si ritrova negli olii e nei pastelli che Giacomo Balla, prima di diventare Futurballa, dipinse dal balcone del suo appartamento all’estremità del parco romano.
Sono sempre i pini i testimoni silenziosi presenti nei versi di Pasolini in “Picasso”, «…e il fresco buio che le solca dai prorompenti pini di villa Borghese…».
Ancora, altra generazione, Antonello Venditti canta di quattro ragazzi la notte prima degli esami: «Come pini di Roma, la vita non li spezza…».

Stiamo parlando del pinus pulcherrima di Virgilio, già messo a dimora dagli Etruschi e raffigurato negli affreschi della villa di Livia a Prima Porta. L’immenso auditorium di una sterminata orchestra sinfonica composta da una miriade di uccelli di diverse specie.
Questi pini “sono” Roma. Ora incombe il rischio che tra poco dovremo dire “erano”.
Devastante, infatti, è l’attività con la quale la cocciniglia tartaruga (Tourneyella parvicornis) sta “democraticamente” uccidendo i pini romani dovunque si trovino, da quelle stesse via Appia Antica e villa Borghese a San Basilio o a Mostacciano. Dimostrando, con la velocità esponenziale dell’apparato boccale pungente/succhiante, di essere “tartaruga” solo di nome.
Ma lei – anche se odiosa e criminale – si limita semplicemente ad agire come madre natura l’ha programmata con una missione biologica assassina da assolvere.
Il vero nemico, o meglio, i veri nemici dei pini, sono i direttori dei dipartimenti preposti regionali e comunali, gli assessori all’Ambiente regionali, comunali e municipali, la sindaca Raggi, il presidente Zingaretti, tanto per limitarci a qualche esempio. Salendo di livello e pensando in grande, il ministero dell’Ambiente ma non solo.
A fronte del …

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L’autore: Paolo Salonia, architetto, è dirigente di ricerca associato all’Istituto di Scienze del patrimonio culturale del Cnr

L’articolo prosegue su Left del 4-10 settembre

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