Si chiamava Empate il movimento creato negli anni Settanta del secolo scorso da Chico Mendes contro la deforestazione dell’Amazzonia. “Empate” è l’atto di contrapporsi per contenere un’azione e deviarne la forza, è l’ostacolo che impedisce a qualcosa o qualcuno di portare a termine il suo disegno e il suo scopo. Empate è stata e continua ad essere la resistenza non violenta di uomini e donne che usano i loro corpi come barriere viventi, mettendosi fra gli alberi e i taglialegna. Per difendere la loro casa e le loro vite, per denunciare a un mondo distratto l’ecocidio in atto nel cuore verde del pianeta.
“Empate 2020” è oggi il nome della campagna lanciata dall’Alleanza dei Popoli della Foresta per sostenere le comunità amazzoniche brasiliane nella loro lotta contro il Covid 19: le comunità indigene assieme a quelle quilombolas di discendenza africana, che nella grande foresta trovarono rifugio dalla schiavitù, quelle meticce dei seringueiros e dei riberenhos che si sono insediate nel corso dei secoli lungo i suoi fiumi, diventando parte integrante dell’eco-sistema con le loro economie leggere e rigeneratrici, con i loro stili di vita sostenibili. Comunità radicate in quella diversità bio-culturale che è la vera ricchezza dell’Amazzonia, e che oggi cercano nell’Alleanza dei Popoli della Foresta una piattaforma comune che le rappresenti e le sostenga.
«Empate 2020 è una campagna in linea con i principi dell’Alleanza dei Popoli della Foresta promossa da mio padre Chico per ’unificare l’agenda di lotta di queste diverse popolazioni», sottolinea Angela Mendes, che dell’Alleanza è oggi portavoce, nell’ appello che ci ha rivolto perché Cospe – come altre ong in Europa – si faccia ambasciatrice della campagna in Italia. «Empate è il nome che abbiamo voluto perché sta lì a ricordare la continuità con le lotte di Chico, e dei suoi compagni seringueiros e indigeni, come Wilson Pinheiro, Arton Krenak e Cipaxè Xavante».
Empate dunque, oggi come ieri. Perché la resistenza che oppongono le comunità amazzoniche alla pandemia è la stessa che li vede impegnati contro i nemici di sempre: i commercianti di legname, gli accaparratori di terra, gli allevatori, i coloni, i cercatori d’oro, le compagnie petrolifere. Predatori economici di ogni specie che hanno trovato nel Coronavirus un alleato insperato, per portare a compimento quella colonizzazione dell’Amazzonia che è oggi l’ obiettivo esplicito di Bolsonaro, e che – come tutte le colonizzazioni – non può fare a meno dell’eliminazione fisica e culturale dei popoli nativi che rappresentano un ostacolo al loro disegno. Il dilagare dell’epidemia nella regione amazzonica è destinato a favorire questo processo, nel Paese dove la curva di crescita del Covid 19 è arrivata a 5 milioni di contagi e ha provocato 140.000 morti, senza mai subire flessioni. Grazie anche alle politiche di un governo «che sta cercando di smantellare e svuotare programmi e istituzioni preposte a tutelare i diritti dei popoli nativi, e che ha rimosso dai suoi doveri quello di garantire politiche pubbliche volte a minimizzare l’impatto del coronavirus nelle comunità», come ci ricorda Angela.
Il rischio è altissimo, perché i popoli amazzonici sono particolarmente vulnerabili all’impatto del virus, per un complesso di fattori che dal primo apparire del Covid 19 sono stati ripetutamente denunciati dalle loro organizzazioni: una soglia mediamente più bassa di difese immunitarie, l’insufficiente dotazione di materiali e strumenti per la prevenzione nei presidi sanitari di comunità, la distanza dai centri ospedalieri per il trasferimento delle persone malate, la costante violazione dei loro territori da parte di soggetti esterni, anche in presenza di misure restrittive, che il governo non è in grado né è interessato a far rispettare. Una condizione di vulnerabilità confermata dai risultati della ricerca condotta nel giugno scorso dall’ Instituto de Pesquisa Ambiental da Amazonia (Ipaa), in collaborazione con la Coordenadora de Organizacoes Indigenas da Amazonia Brasileira (Coiab), che ha dimostrato come tra le popolazioni indigene il tasso di infezione da coronavirus è più alto dell’84% rispetto alla media brasiliana e quello di mortalità del 150%.
«Purtroppo – ci dice Angela – non è più possibile impedire l’arrivo del Covid 19, perché è già lì». Come dimostra l’osservatorio della Red Eclesial Panamazonica, che dal mese di marzo monitora ogni giorno l’avanzare dell’epidemia, e che all’inizio di ottobre riportava un milione di casi accertati di Covid 19 nella regione amazzonica brasiliana, e 21.500 decessi ad esso collegati. «Ma vogliamo impedire che ancora più leader, che ancora più anziani, depositari della nostra memoria e della nostra cultura, muoiano contaminati da questa malattia. Per questo abbiamo lanciato la Campagna Empate 2020, per aiutare a minimizzare l’impatto del Covid-19 nelle comunità amazzoniche, raccogliendo fondi destinati alla prevenzione e al miglioramento dell’assistenza sanitaria in loco, alla sicurezza alimentare e alla nutrizione, alla realizzazione di campagne di comunicazione».
Angela conclude l’appello che ci ha rivolto con un forte richiamo a schierarsi al loro fianco in questo momento così delicato e difficile, a diventare anche noi protagonisti di questo movimento di Empate che parte dal cuore della foresta amazzonica, dalle terre di Chico Mendes, per farlo più grande.
«I popoli della foresta hanno bisogno in questo momento di tutto l’appoggio possibile, per un piano di emergenza che consenta loro di continuare a (R) esistere».
È un appello cui Cospe si sente oggi di aderire con convinzione, non solo impegnandosi in prima persona nella raccolta dei fondi necessari a realizzare gli obiettivi della campagna, ma a rilanciarla in Italia rivolgendosi al vasto mondo della società civile e delle istituzioni che ne condividono le finalità. Ricercando l’appoggio attivo e il contributo di tutte quelle persone che si sono mobilitate con noi in questi mesi per una risposta all’emergenza Covid 19 rivolta alle fasce sociali più fragili, alle popolazioni più svantaggiate, e che si è concretizzata anche nella creazione di un’Antenna sui diritti violati dei popoli amazzonici. Nella consapevolezza che siamo ancora nel pieno di questa crisi globale che colpisce tutti, ma con un impatto più devastante su chi non dispone dei mezzi e delle risorse per affrontarla, e che i mesi che abbiamo davanti a noi saranno determinanti per vincere questa sfida.
Giorgio Menchini è presidente Cospe
L’appuntamento
Di Amazzonia si parla al Terra di Tutti Film Festival di Bologna (6-11 ottobre), nella giornata del 10 ottobre.
La mattina si comincia con un presidio alle 11.00 al mercato contadino Campiaperti al Pratello ( Via del Pratello,angelo via M.Calari): AMAzzonia – from heart to earth.
Si prosegue il pomeriggio con l’incontro / dibattito: “I popoli amazzonici tra covid e deforestazione” alle ore 18.00 al Labas (Vicolo Bolognetti,2 Bologna)
Con Simona Maggiorelli (direttrice di Left), Alberto Zoratti (Cospe) e Giorgio Menchini (Presidente Cospe), Detjon Begaj (Labas), Fabio Magnasciutti (illustratore, autore di disegni per la campagna AMAzzonia di Cospe), Flaviano Bianchini (Source international.org) e in collegamento dal Brasile Angela Mendes, ( Alleanza dei popoli della Foresta), un rappresentante campagna Empate e Martina Molinu (rappresentante Cospe in Brasile).
Per info: www.terradituttifilmfestival.org
La campagna Empate
Campagna Empate 2020 Alleanza dei Popoli della Foresta contro il Coronavirus
Promotori: Comitato Chico Mendes, il Consiglio Nazionale delle Popolazioni Estrattive, la Ong Sos Amazonia e la Commissione Pro-Indio dell’Acre con l’appoggio dell’Organizzazione dei Popoli Indigeni del Rio Juruá e dell’Articolazione delle Popolazioni Indigene del Brasile.
Obiettivo della raccolta fondi internazionale: 160.000 euro
Obiettivo della raccolta fondi in Italia: 5.000 euro
Azioni finanziate:
Distribuzione di mascherine e gel igienizzanti a base di alcol per le famiglie, e sostegno a Distretti Sanitari Indigeni (DSEIs) e le altre strutture del Sistema Unico di Salute (SUS).
Distribuzione di generi alimentari di prima necessità acquistati sui mercati locali
Campagne di sensibilizzazione su emergenza Covid nelle lingue indigene
Beneficiari: 3.638 famiglie indigene residenti nelle Riserve Alto Juruà, Riozinho da Liberdade, Alto Taruacà e Chico Mendes e in 15 Terre Indigene dello stato dell’Acre. www.cospe.org