Una telecamera e un computer. Alla scoperta di nuove possibilità di comunicazione digitale durante la separazione a causa del lockdown

Non vedo mia figlia. da un abisso di tempo. Lei è rimasta catturata in America tra Covid-19 e trappole sul visto. Quindi sono psicologicamente molto fragile sul fronte comunicazione. L’altro giorno mi dice “Papà guarda che prodotto fantastico, posso parlare e mi segue… va di qua e va di là come una ripresa televisiva vera, addirittura zooma e io vedo tutto sul mio grande Tv. Compralo ti prego così ci vediamo meglio”.
Non aspetto che un paio d’ore e compro il nuovo gadget. Il prezzo al solito è di lancio e con una offerta “imperdibile”. Naturalmente fa tutte le cose dette vere e anche molto di più. In una parola è il fratello maggiore di Ginexa (ricordate, su LeftInternet 3) e appartiene allo stesso clan. Mi segue veramente con la sua telecamera, rende naturale il parlarsi con due o in più persone e poi ci sono tutta una serie di App fatte apposta per nonni e genitori.

La storia interattiva è meravigliosa e fa sempre leva sulla separazione, un leitmotiv dei nostri anni e del lockdown globale. Anni fa ricordavo che un amico mi parlava del sollievo che gli dava Skype e il fatto di poter leggere una storia al figlio anche se separato dalla moglie. Preistoria! Oggi una storia viene raccontata in maniera altamente interattiva: chi legge viene mascherato a seconda dei casi con cappelli o barbe, può muovere oggetti e personaggi e apparire in un riquadro della fiaba che il bambino o la bambina guarda. Sempre a distanza.

Insomma il gadget è un must, per me. Nel frattempo ho letto pillole di saggezza da Calvin & Hobbes. Si tratta di una strip creata di Bill Watterson che la ha disegnato solo per il decennio 1985-1995 per poi ritirarsi. Si è sempre rifiutato di fare dei suoi personaggi “paccottiglia” per il merchandising, scrive Linus che lo pubblica ora in Italia.
Il fumetto si basa sui dialogo tra Calvin un bambino sarcastico e cinico e la sua tigre, sensata e saggia, Hobbes. Ecco una scena profetica.

Calvin ascolta la radio che dice “Ti vede mentre dormi, ti vede mentre vegli”. Nella vignetta seguente: “Se sei stato buono o cattivo lui lo sa, puoi stare sicuro”. Nella terza vignetta Calvin spegne la radio, e nella quarta dice: “Babbo Natale, vecchio Elfo gentile o agente della Cia?”.

 

La vignetta era del 1987 e sembra che i dati del problema fossero già chiaramente stesi tutti davanti a noi
Facendo leva sul nostro bisogno di comunicazione in questo drammatico anno il nostro mondo di internet ci ha inserito in un livello di sorveglianza ancora più sofisticato. L’occhio del fratello maggiore di Ginexa ci segue sempre, non solo ci ascolta, come la sorella, ma anche ci scruta. E ci inquadra solo le labbra, se magari parliamo troppo piano, può usar cosi il riconoscimento labiale. Ma non è fantastico? Calvin dice in una altra vignetta: “Tutta questa storia di Babbo Natale mi scoccia, soprattutto la faccenda del giudizio”. Io invece non sono cosi preoccupato, è sin dal 2006 che ho teorizzato (e pubblicato) questa idea che internet è la cosa più vicina a Dio che l’uomo abbia inventato (vedi qui). Si espande sempre più come verifichiamo di continuo, e ora letteralmente ci guarda!

Siamo di fronte al solito dilemma. Ma come sapete da ex motociclista io accetto il rischio, e vi invito con cautela ad accettarlo anche voi. Da marzo a giugno di quest’anno ho fatto un intero corso on line. Sono venticinque lezioni di 35 minuti l’una l’argomento è La rivoluzione informatica in architettura. Io parlavo in telecamera in tempo reale, avevo un blog di appoggio per le immagini. La mia idea era che fosse un corso solo per amici miei coetanei o per giovani curiosi. In realtà è servito anche istituzionalmente, meglio. Quest’anno magari ne faccio una versione implementata, in cui mi muovo in giro e anche chi mi segue può fare lo stesso. L’idea è che il corpo nella sua crescente complessità entri nella nostra comunicazione internet. Ci cominciamo a staccare dalla tastiera e dalla schermo anche quello smart dei telefonino per andare in giro. Credo che abbia enormi, inesplorate possibilità.

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Antonino Saggio, insegna dal 1985 Informatica e Architettura prima alla Carnegie-Mellon di Pittsburgh, poi all’ETH di Zurigo e dal 1999 alla “Sapienza” di Roma. Ha fondato la collana internazionale “La rivoluzione informatica in Architettura” (Birkhauser, Edilstampa) che dal 1998 ha prodotto 38 volumi ognuno incentrato su una personalità o su un tema rivelante per comprendere il grande cambiamento di orizzonte teorico e culturale di cui l’Informatica è portatrice anche per l’architettura.

Su Left.it si possono leggere le quattro puntate di Io e Internet. Breve storia della rete, da Arpanet ai nostri giorni di Antonino Saggio