C’è chi corre con la somministrazione delle dosi, chi frena, chi ha fatto passare avanti alcune categorie di persone ritenute “a rischio” in modo arbitrario e irresponsabile. Il diritto di essere protetti dal Covid, in Italia, dipende dal luogo in cui si vive

Secondo un report dell’Istituto superiore di sanità, allo scorso 1 marzo erano 1.055 su 96.141, ossia l’1,1%, i pazienti deceduti positivi al Covid di età inferiore ai 50 anni. Sarebbe stato ragionevole, dunque, immaginare un piano vaccinale che avesse come priorità inderogabile – oltre all’immunizzazione del personale sanitario “in prima linea” – la protezione delle persone più vulnerabili a causa dell’età e di patologie pregresse. Ciò nonostante, in Italia al 30 marzo (dati del governo elaborati dal Sole 24 ore) la percentuale di persone vaccinate tra i 70 e 79 anni (1,7%) è assai inferiore rispetto a quella dei ventenni (3,8%), trentenni (4,5%), quarantenni (4,3%), cinquantenni (5,3%) o sessantenni (4,4%). E ancora: ad aver ricevuto almeno una dose del vaccino è solo il 55% circa degli over 80, quando questa categoria nelle intenzioni iniziali, e se non fossero intervenuti ritardi nelle consegne dei sieri, sarebbe dovuta essere protetta già entro fine febbraio. Mentre, se si guarda alla vaccinazione del personale scolastico, la quota di chi persone alle quali è stata somministrata una dose sale a circa il 65%. Parliamo di lavoratori e lavoratrici di ogni età, in parte, attualmente, impegnate nella didattica a distanza.

Si tratta di una discrasia particolarmente evidente nella “rossa” Toscana. Premessa: per valutare le performance regionali occorre rifarsi agli ultimi dati disaggregati disponibili mentre andiamo in stampa, quelli forniti da Palazzo Chigi aggiornati al 26 marzo, comunque utili per farsi un’idea delle sperequazioni da una zona all’altra d’Italia. La Toscana, dicevamo, è fanalino di coda nella corsa al vaccino per gli ultraottantenni: solo il 32,44% di loro ha ricevuto la prima dose. Ma la situazione si ribalta se si considerano insegnanti e operatori dell’istruzione toscani, tra cui ben il 73,14% ha ricevuto almeno una iniezione. I dati sulle persone immunizzate, inoltre, variano molto da una regione all’altra. Per quanto riguarda le vaccinazioni di chi ha oltrepassato gli 80 anni, considerando la popolazione a cui è stata somministrata la prima dose, risultano in testa…


L’articolo prosegue su Left del 2-8 aprile 2021

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