È possibile ricostruire il rapporto emotivo tra docente e allievo con gli strumenti tecnologici della didattica a distanza? E in che modo? Attorno a questi quesiti ruota la seconda puntata (di quattro) del dialogo fra un docente di scuola media e un docente universitario

È possibile ricostruire il rapporto emotivo tra docente e allievo con gli strumenti tecnologici della didattica a distanza? E in che modo? Attorno a questi quesiti ruota la seconda puntata (di quattro) del dialogo fra un docente di scuola media e un docente universitario

Prof 2 …Però che strana sensazione parlare a una videocamera.
Prof 1 Infastidisce, certo, ma non ci dimentichiamo che stiamo parlando a dei ragazzi e a delle ragazze, a dei giovani per i quali è cambiato tutto. Molto più che per noi.
Prof 2 Che intendi?
Prof 1 Intendo che a questi ragazzi e ragazze sono state rubate stagioni preziose, stagioni che noi abbiamo già avuto e già vissuto. Per prima cosa dobbiamo entrare in questo loro disagio, prima ancora di voler insegnare qualcosa.

Prof 2 È anche vero che, almeno in teoria, questo della comunicazione a distanza, davanti a un video, a un telefonino, alla tecnologia, è molto più il loro mondo che il nostro.
Prof 1 E infatti, siamo noi docenti, ora, a dover rincorrere gli studenti in termini di medium, di modalità. Non possiamo più aspettarci che ci ascoltino soltanto perché noi siamo dall’altra parte della cathedra. Però, un qualche senso di vicinanza, per quanto sottile e sfumato, si riesce ad averlo. Dal punto di vista emotivo vedere, quando capita, anche solo per qualche istante all’inizio della lezione studentesse e studenti con una tazza di tè sulla scrivania, con i libri e i quaderni buttati sui piumoni, con i peluche e i poster attaccati alle pareti, conferisce al nostro mestiere, che è tra i più antichi al mondo, non ce lo dimentichiamo, una dimensione del tutto nuova, inattesa. È una dimensione di virtualità che un po’ mi spaventa, a dirti il vero.

Prof 2 Ti racconto quello che ho provato io. Nei primi giorni di chiusura delle scuole, l’anno passato, non riuscivo a capacitarmi di questa nuova situazione; ero stravolto, come un pugile suonato. Non poter entrare in classe tutti i giorni, non vedere i miei alunni, non poter parlare con loro ha rappresentato per me un vero shock. Mi sentivo perso, svuotato. Poi anch’io, dopo qualche difficoltà iniziale, mi sono organizzato, ho acceso la videocamera e sono riuscito a rivedere i ragazzi. Beh, entrare nelle loro case, spesso nelle loro stanze, è stata inizialmente un’esperienza curiosa, nuova, insolita. Non ho avuto mai la sensazione di violare la loro vita privata; semmai ho avuto subito la…                           (2-continua)

*-*

Gli autori: Pierluigi Barberio (Prof 2) è un professore di scuola secondaria di primo grado.
Enrico Terrinoni (Prof 1) è professore ordinario di Letteratura inglese all’Università di Perugia e traduttore.

La prima puntata di questo dialogo è stata pubblicata su Left del 19 marzo


L’articolo prosegue su Left del 9-15 aprile 2021

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