Venti Paesi hanno somministrato un numero di dosi inferiore a 0,5 ogni 100 abitanti. Altri 14 arrivano a una dose ogni 100. I cittadini dei Paesi più ricchi sono immunizzati 25 volte più velocemente di quelli poveri. Così miliardi di persone rischiano la vita. E il pericolo varianti aumenta, per tutti

«In un contesto di rimozione del blocco alle esportazioni, vedo con favore la proposta del presidente Biden» di sospendere i brevetti sui vaccini anti Covid. «Siamo di fronte a un evento unico: milioni di persone che non sono in condizione di acquistare i vaccini stanno morendo. Le case farmaceutiche hanno ricevuto finanziamenti enormi dai governi, e a questo punto ci sarebbe quasi da aspettarsi che ne restituissero almeno una parte a chi ha bisogno».
A pronunciare queste parole non è stato un leader dei movimenti di sinistra altermondialisti, bensì un più moderato Mario Draghi durante il Vertice sociale di Porto dello scorso 7 maggio, precisamente durante la cena informale tra leader Ue, secondo quando raccolto dai giornalisti presenti.

«Persone che conoscono bene la materia mi dicono che una misura temporanea e ben congegnata non rappresenterebbe un disincentivo per l’industria farmaceutica», ha poi proseguito il premier. Parliamo di una misura richiesta a gran voce dai promotori della campagna europea No profit on pandemic, sostenuta in Italia oltre cento associazioni e dalle maggiori organizzazioni sindacali, che hanno lanciato lo scorso autunno un’iniziativa dei cittadini europei (una cosiddetta “Ice”, ossia una raccolta firme formalmente riconosciuta dalla legislazione europea: noprofitonpandemic.eu) per rendere i vaccini e le cure anti-pandemiche un bene pubblico globale, accessibile gratuitamente a tutti. Una richiesta che, in realtà, va oltre le meno avanzate aperture di Biden e Draghi, i cui Paesi – lo ricordiamo – solamente lo scorso 12 marzo avevano detto no alla deroga sui brevetti per la produzione di vaccini proposta all’interno del Wto da India, Sudafrica e altri cento Stati (tra i contrari anche Uk, Giappone, Brasile, Canada, Svizzera, Australia e Singapore).

Left ha sostenuto sin dal primo giorno questa mobilitazione europea perché tutti possano accedere al più presto al siero anti Covid. Le sottoscrizioni al momento sono poco circa 193mila, ne servono un milione affinché la mozione venga discussa dalla Commissione europea. Tra i cittadini Ue, peraltro, la svolta auspicata da India e Sudafrica – e ora tornata in discussione tra i governi occidentali dopo il parziale endorsement della Casa Bianca – è molto popolare. Secondo un…


L’articolo prosegue su Left del 14-20 maggio 2021

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