Cosa accade nella mente di un medico “no vax”? E in quella di chi non vuole vaccinarsi e dei no green pass? Riuscire a comprenderlo è fondamentale per adottare strategie comunicative e interventi efficaci. Il ruolo della moderna psichiatria e della sociologia

Il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti ha sostenuto in una recente apparizione televisiva che non si può obbligare una persona che ha paura del vaccino ad immunizzarsi, in assenza di una legge, piuttosto si potrebbe suggerire di mettere la mascherina Ffp2 tutti i giorni. L’avversione o il rifiuto del vaccino, quando non motivata da specifiche situazioni cliniche, diventerebbe «irrazionale» e allora le argomentazioni non fanno breccia poiché si sarebbe di fronte ad una patologia di «persone che soffrono di fobie, ansia, nevrosi».

Il suggerimento del professor Crisanti, del quale personalmente ho condiviso molte analisi fatte sulla pandemia, merita un approfondimento. In un articolo pubblicato ad ottobre 2021 sulla rivista di psichiatria e psicoterapia Il sogno della farfalla (“Una raccolta di sogni durante la pandemia: aspetti sociali e interpretativi” a cura di D. Fargnoli, P. Bisconti e F. Fargnoli), attraverso un questionario rivolto a 780 operatori sanitari coinvolti nell’emergenza Covid, abbiamo cercato di valutare l’impatto non solo sulla salute psichica, ma anche su vissuti specifici come quello relativo all’uso della mascherina. Si è constatato che anch’essa può essere oggetto di una particolare avversione se non di una vera e propria fobia. L’immagine della maschera è infatti intrinsecamente ambivalente: protegge e contemporaneamente nasconde alla vista.

I sogni nei quali non si indossa la mascherina durante il Covid, potrebbero essere ricondotti ad una difficoltà e all’angoscia del tutto irrazionale, come suggerisce Crisanti, di indossarla in quanto essa occulta e scotomizza il volto e quindi l’identità del soggetto. L’etimo della parola maschera rimanda ad una valenza originariamente negativa in quanto essa significava fuliggine, macchia nera sul viso, figura demoniaca, strega e fantasma, falsa identità. Le maschere a becco di uccello indossate dai medici speziali a partire dal XIV secolo durante la peste polmonare toglievano a chi le indossava la fisionomia umana sostituendola con una figura teriomorfa.

Nelle pandemie in generale, e in quella attuale in particolare, sarebbe presente un vissuto di annullamento dell’identità umana, della soggettività del singolo inerme non solo di fronte al rischio di contagio ma anche allo strapotere delle istituzioni e alle strategie di Big Pharma, del potere politico. La popolazione di coloro che non si sono vaccinati e che probabilmente non si vaccineranno in assenza di una legge che renda l’immunizzazione obbligatoria è stimata in diversi milioni di persone (3-4% della popolazione globale): difficile pensare di poter estendere a tutti costoro una patologia di…

*L’autore: Domenico Fargnoli è psichiatra e psicoterapeuta


L’articolo prosegue su Left del 29 ottobre 2021

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