La deforestazione è una delle principali cause dell’accumulo di gas serra in atmosfera e della perdita di biodiversità. Nel 2020, 12 milioni di ettari di foreste tropicali sono stati smantellati o degradati: una superficie grande quanto il Portogallo

L’obiettivo principale della Cop26 è mettere il mondo sulla strada giusta per rispettare l’Accordo di Parigi, approvato in occasione della Cop21 sei anni fa. L’accordo impegna i 192 Paesi che lo hanno ratificato a «contenere il riscaldamento globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali» e «perseguire gli sforzi per rimanere entro 1,5°C». Il rapporto dell’Ipccc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), la massima autorità scientifica mondiale sui cambiamenti climatici, presentato tre mesi fa, ha valutato che finora il global warming sia stato pari a 1,2°C e che per stare sotto la soglia di 1,5°C la comunità mondiale dovrebbe dimezzare le emissioni globali di gas-serra registrate nel 2015 entro il 2030 e arrivare a un budget “netto pari a zero” tra emissioni ed assorbimenti di carbonio verso l’atmosfera e dall’atmosfera entro il 2050.

Nei mesi scorsi diversi leader, tra cui il premier britannico Boris Johnson e il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, e figure di spicco dei colloqui sul clima, come John Kerry, inviato speciale Usa sul clima, hanno ammesso che i tagli alle emissioni finora dichiarati dai Paesi, noti come Nationally determined contributions (Ndc), sono troppo deboli per centrare i target dell’Accordo di Parigi e che difficilmente potremo evitare un riscaldamento di almeno 3°C.

Di fronte alla riluttanza di alcuni tra i Paesi maggiori em


L’articolo prosegue su Left del 29 ottobre 2021

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