Anonymous, il movimento globale di attivisti hacker nato nel 2003, ha immediatamente preso posizione contro l’invasione dell’Ucraina e ha lanciato una serie di attacchi contro i siti governativi russi e alcuni mass media. Ma anche i semplici utenti del web si stanno mobilitando

La guerra in Ucraina ha aperto una stagione nuova nella storia europea e mondiale. Come è ormai scontato, le azioni militari sul campo fisico sono accompagnate da azioni e controazioni sul campo digitale. Le forze armate si muovono sul campo attraverso la gestione di una massa di informazioni gigantesca e le azioni di intelligence, ormai, si avvalgono di analisi dei comportamenti individuali sui social, sulle chat e, più in generale, sul web. Si chiama Osint (da open source intelligence) e basa la sua capacità di estrarre informazioni dalle cosiddette “fonti aperte”, le comunicazioni liberamente disponibili per essere estratte dalle utenze della rete. Tutto ciò che noi produciamo o che viene digitalizzato, infatti, è “setacciato” con applicativi in grado di filtrare la ricerca, così da soddisfare il bisogno informativo espresso attraverso quello che viene chiamato intelligence requirement. Mai come in guerra si comprende che il mondo è sempre più ibrido e che la guerra cibernetica è materiale tanto quanto quella tradizionale.

In questo scenario, Anonymous, il movimento globale di attivisti hacker nato nel 2003, ha immediatamente preso posizione lanciando una serie di attacchi contro i siti governativi russi e alcuni mass media presenti sul web. La campagna ha preso il nome di #OpRussia. Secondo un attivista, «l’obiettivo principale di #OpRussia è smontare la macchina propagandistica di Putin e dare al popolo russo l’accesso a media veritieri e imparziali. Questo è lo scopo su cui la community Yac (@YourAnonCentral) lavora da anni. I bersagli principali sono i siti di propaganda russi, i siti del governo e le sue reti di bot. Abbiamo già avuto un grande successo in tutti e tre i settori, anche se siamo stati presi di mira massicciamente dai bot russi e dalla disinformazione su tutte le forme di social media». L’attacco, partito il giorno dopo l’inizio delle azioni militari, è rimbalzato rapidamente attraverso numerosi canali Twitter con migliaia di condivisioni. Una delle azioni ha portato al recupero di un file con 118 account di posta elettronica e relative password, che rispondono ai domini gov.ru e mil.ru, riconducibili a sistemi istituzionali di Mosca. Nei confronti dei mass media si sono generate azioni miranti alla sostituzioni della programmazione con dei messaggi o attraverso la possibilità di oscurarne le trasmissioni come, tra gli altri, il sito ufficiale di Russia today. Sui siti dei mass media Anonymous ha sostituito la homepage con la scritta: “Putin ci costringe a mentire”. Il 2 marzo Anonymous ha dichiarato di aver hackerato il…

L’autore: Sergio Bellucci è giornalista, saggista, scrittore ed esperto nei processi di trasformazione digitale. Bellucci firma la newsletter di Left Programmare l’imprevedibileInfo e iscrizione qui 


L’articolo prosegue su Left del 18-24 marzo 2022 

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