«Se il feto nasce prima delle 23-24 settimane la corteccia cerebrale non è pronta per reagire ad uno stimolo esterno e non ci può essere alcuna possibilità di pensiero», spiega la neonatologa Maria Gabriella Gatti. «Religione cattolica e logos occidentale - aggiunge - hanno negato l’identità di donne e bambini»

Il 24 giugno la Corte suprema degli Stati Uniti, con una decisione storica che riporta gli Usa indietro di 50 anni, ha annullato la sentenza Roe vs Wade del 1973, che proteggeva l’accesso all’interruzione di gravidanza fino al momento in cui un feto può vivere al di fuori dell’utero – ovvero intorno alle 23 o 24 settimane di gravidanza. Ed è stato proprio questo il punto dirimente attaccato dai giudici ultra conservatori  in sintonia con le associazioni anti abortiste e le Chiese evangeliche che negano la nascita umana e confondono il feto con il bambino. Per rispondere alle loro argomentazioni religiose e anti scientifiche abbiamo rivolto alcune domande a Maria Gabriella Gatti, che da anni svolge ricerche in questo ambito ed è autrice di molte pubblicazioni scientifiche. Psicoterapeuta, per tanti anni neonatologa dell’Azienda ospedaliera di Siena, insegna alla scuola di psicoterapia Bios Psychè a Roma.

Professoressa Gatti, facciamo chiarezza, quale è la radicale differenza tra feto e neonato?
Affermare che il “concepito” cioè l’embrione è un soggetto di diritto deriva da un pregiudizio ideologico di natura religiosa cristiana: l’identità umana sarebbe rappresentata dal solo genoma. Le sequenze nucleotidiche del Dna nello zigote o nella blastocisti sono necessarie ma non sono sufficienti a definire una singolarità umana biologica. Le cellule indifferenziate e tutte uguali della Blastocisti, dopo circa cinque giorni dal concepimento, quando avviene l’impianto nella parete uterina o qualche settimana più tardi, quando l’embrione non ha ancora formato la corteccia cerebrale, non possono essere considerate persona e quindi “soggetto di diritto”. Il genoma dello zigote è il punto di partenza per la costruzione della biologia umana ma non è persona. Il pensiero religioso completamente astratto altera sia il rapporto con la realtà materiale in questo caso biologica che con la realtà psichica umana. Possiamo pensare che l’embrione è persona senza far ricorso all’anima che scende dal cielo per dar vita ad una materia biologica senza pensiero? 

Cosa contraddistingue la nascita umana? Nel cinquantennale della pubblicazione di Istinto di morte e conoscenza quali sono le nuove acquisizioni delle neuroscienze e della neonatologia a conferma di ciò che Massimo Fagioli aveva affermato con la Teoria della nascita?
Lo psichiatra Massimo Fagioli in Istinto di morte e conoscenza pubblicato nel 1972 e di cui quest’anno si celebra il cinquantenario ha scoperto l’…

L’articolo prosegue su Left dell’1 luglio 2022 

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SOMMARIO

 

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Direttore responsabile di Left. Ho lavorato in giornali di diverso orientamento, da Liberazione a La Nazione, scrivendo di letteratura e arte. Nella redazione di Avvenimenti dal 2002 e dal 2006 a Left occupandomi di cultura e scienza, prima come caposervizio, poi come caporedattore.