La corsa alle fonti fossili, innescata dalla crisi energetica, sta ostacolando il percorso dell’Ue verso la limitazione delle emissioni di gas serra. «Il patto europeo per la decarbonizzazione potrebbe venire annacquato a causa della guerra» denuncia il fisico climatologo Antonello Pasini

«Quando ho visto nero su bianco il Green new deal dell’Unione europea, devo dire che mi sono quasi commosso. È la prima volta, mi sono detto, che un intero continente, per contrastare il cambiamento climatico, fa qualcosa di quegli interventi che noi scienziati chiediamo da trent’anni». Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr e docente di Fisica del clima all’Università di Roma Tre ricorda quel momento – era la fine del 2019 – in cui l’Europa aveva preso la «strada corretta» verso la decarbonizzazione. «Poi, però, la guerra ha guastato molto, ha sparigliato le carte», aggiunge. I cambiamenti climatici Pasini li studia da anni: nel 2020 ha scritto per Codice L’equazione dei disastri e insieme a Grammenos Mastrojeni Effetto serra, effetto guerra (Chiarelettere, 2017 e la nuova edizione nel 2020). Un testo, quest’ultimo, dove è evidente il nesso tra crisi ambientale e crisi sociale rappresentata dal sorgere di conflitti, da violazioni dei diritti umani e dal fenomeno dei migranti climatici: 200 milioni previsti, scrivono gli autori, entro il 2050.

Con Pasini approfondiamo il nodo cruciale di come si inserisca la guerra della Russia contro l’Ucraina e le conseguenti politiche energetiche nello scenario in cui la lotta al cambiamento climatico aveva mosso i primi passi. Il fisico climatologo ci tiene a fare subito una premessa, per far capire quanto sia importante limitare le emissioni di gas serra. «Durante il lockdown inizialmente si pensava che…

L’articolo prosegue su Left dell’8-14 luglio 2022 

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SOMMARIO

 

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Una laurea in Filosofia (indirizzo psico-pedagogico) a Siena e tanta gavetta nei quotidiani locali tra Toscana ed Emilia Romagna. A Rimini nel 1994 ho fondato insieme ad altri giovani colleghi un quotidiano in coooperativa, il Corriere Romagna che esiste ancora. E poi anni di corsi di scrittura giornalistica nelle scuole per la Provincia di Firenze (fino all'arrivo di Renzi…). A Left, che ho amato fin dall'inizio, ci sono dal 2009. Mi occupo di: scuola, welfare, diritti, ma anche di cultura.