«La libertà di espressione è parte integrante della rivoluzione», dice la regista curda che fa parte di un gruppo di cineasti attivo dal 2015. Ecco il racconto di un impegno collettivo, culturale e politico, ogni giorno sotto la minaccia di Erdoğan

Regista e produttrice del Rojava film Commune, un collettivo di cineasti fondato nel 2015, Sevinaz Evdike fa parte anche del Kongra star, la confederazione di organizzazioni di donne nel Rojava nata nell’ambito della rivoluzione del 2011 che ha costruito un esperimento di democrazia all’insegna del confederalismo democratico seguendo i principi del femminismo, dell’ecologismo e dell’eguaglianza di genere. Abbiamo incontrato Sevinaz Evdike a Roma, durante la seconda rassegna del cinema curdo Venti di Mesopotamia che ha presentato documentari, opere prime e cortometraggi e che rientra nel più ampio progetto “Rewend – Cinema errante”; un’iniziativa di respiro europeo realizzata con Rojava film Commune e sostenuta dal Fondo del festival di Göteborg.

Sevinaz Evdike, quando ha iniziato a coltivare la sua passione per il cinema?
Ho sempre amato il cinema, e ho sempre voluto lavorare in questo campo. In realtà, il mio percorso non è stato lineare. Quando mi sono diplomata, la mia famiglia si trovava in una situazione economica difficile e non potevo permettermi di pagare gli studi all’Accademia di cinema. Alla fine sono stata costretta ad iscrivermi a psicologia, ma proprio durante l’ultimo anno di università le condizioni materiali sono un po’ sono migliorate e allora ho deciso di iscrivermi finalmente all’Accademia.

Cosa ha rappresentato per lei la Rojava film Commune?
Nell’anno in cui ho concluso i miei studi è stata un sogno che si avverava. Avevo sempre pensato che lavorare nel cinema sarebbe stato difficile ma la rivoluzione del Rojava del 2011 e la nascita della Rojava film Commune mi hanno dato una spinta fortissima e ho capito che della mia passione avrei potuto fare il mio lavoro. Anche se ho imparato a scrivere le sceneggiature e a girare con la macchina da presa all’accademia, il vero luogo di apprendimento per me è stato il collettivo di cineasti. Qui il cinema è un progetto collettivo, uno spazio libero. Ho avuto l’opportunità di sperimentare.

Quale è stato il suo primo progetto cinematografico?
Per la mia tesi di laurea ho girato un cortometraggio, Birth, ma non è mai stato distribuito. Il primo film con la Rojava film Commune è stato Mal – casa – ambientato a Raqqa nel 2018, in seguito alla liberazione della città dall’Isis. Il film racconta la…

L’articolo prosegue su Left dell’8-14 luglio 2022 

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