Racconteremo questo ultimo Primo maggio per un governo che vorrebbe spedire i giovani a lavorare nei campi in nome della difesa della Patria e non è riuscito a convincere i suoi parlamentari di maggioranza a rinunciare al ponte delle vacanze, andando sotto in Parlamento. È un contrappasso violento che squarcia l'ipocrisia di gente che non ha mai lavorato e che discetta di lavoro.

Racconteremo questo ultimo Primo maggio come quello in cui il governo si è schiantato contro i sindacati, mica il contrario. Con un po’ di memoria potremo anche ricordarci che l’attacco ai sindacati come posizionamento politico è una pratica che negli ultimi anni è stata adottata anche da presunti leader di presunta centrosinistra. Non è roba nuova. Giorgia Meloni e compagnia semplicemente ci ha aggiunto quella punta di vittimismo che è l’additivo che non manca mai del suo fare politica, caratteristica fondante dell’azione di questo governo che mostra nemici dappertutto per farsi perdonare degli errori che sa già di compiere in futuro.

Racconteremo questo ultimo Primo maggio come l’ennesimo in cui una fetta della stampa (anche quella che si autodefinisce progressista) si è strizzata tutto l’anno per raccogliere le lagne id imprenditori che invocano il mercato quando guadagnano e accusano la politica quando non sono capaci di stare sul mercato. Un movimento nazionale che inorridisce di fronte a gente che rivendica i diritti e rifiuta salari da fame. Ristoratori, imprenditori, bacchette televisive che scorrazzano sui media invocando il dovere alla “fatica” e allo sfruttamento almeno con i giovani. Non è roba nuova. Con un po’ di memoria potremo anche ricordarci che il dovere alla fatica dei giovani come posizionamento politico è una pratica che negli ultimi anni è stata. adottata anche da presunti leader di presunta centrosinistra.

Racconteremo questo ultimo Primo maggio per un governo che vorrebbe spedire i giovani a lavorare nei campi in nome della difesa della Patria e non è riuscito a convincere i suoi parlamentari di maggioranza a rinunciare al ponte delle vacanze, andando sotto in Parlamento. È un contrappasso violento che squarcia l’ipocrisia di gente che non ha mai lavorato e che discetta di lavoro. Gente che lavora il Primo maggio per martellare il lavoro come ha fatto finta di essere antifascista il 25 aprile per logorare i suoi alleati. Una mendacia continua, sottopelle, che vorrebbe normalizzarsi per comparire.

Buon Primo maggio ai professionisti, invece. Coloro che professano i propri valori nel proprio mestiere.

Buon lunedì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.