Sta accadendo quello che Berlusconi ha insegnato, inquinando questo Paese: usare qualsiasi cosa, anche la più tragica o fragile, per produrre soldi e consenso. Se qualcuno si permette di riportare la  questione su un piano politico viene impallinato

“Spiace per Bindi e soci, ma il funerale di Berlusconi non è affatto divisivo”, titola oggi un quotidiano che non merita di essere citato. Che aggiunge: “Né il Re Sole né la Thatcher, il Cav. ha unito l’Italia molto più di quanto si creda: anche in politica, è stato il leader più in sintonia con le classi popolari della storia repubblicana”. Sullo stesso quotidiano l’editoriale del direttore titola: “Perché la vera eredità del Cav. è la sua trasversalità. Lo hanno attaccato. Lo hanno combattuto. Lo hanno detestato. Poi gli hanno dato ragione, sulla giustizia e non solo”.

Il “rispetto” intorno a Silvio Berlusconi non esiste. È una truffa tutta politica che politicamente va trattata. L’umana pietà per l’uomo invocata dai suoi sgherri (in Parlamento e sui giornali) e dai suoi aspiranti eredi (in Parlamento e sui giornali) ha cominciato a puzzare dopo i primi cinque secondi. Sta accadendo quello che Berlusconi ha insegnato, inquinando questo Paese: usare qualsiasi cosa, anche la più tragica o fragile, per produrre soldi e consenso. L’eredità morale di Silvio Berlusconi è l’immoralità con cui si pretende che un Paese sospenda il giudizio politico su un leader della maggioranza del governo, sulla maggioranza di governo e quindi sul governo mentre quelli politicamente brigano per trasformare un funerale nell’ennesimo ultimo mendace comizio.

Se qualcuno si permette di riportare la  questione su un piano politico viene impallinato. Ieri Rosy Bindi ha espresso un concetto banalissimo, definendo “inopportuna” la scelta del governo di dichiarare il lutto nazionale per una figura politica così divisiva. È stata attaccata con le stesse spregevoli parole con cui Berlusconi la attaccò offendendo –  come era solito fare –  le donne che per lui e la sua masnada erano solo corpi. Eccola la sua eredità.

Ieri il Rettore dell’Università per per stranieri di Siena Tomaso Montanari ha scelto di non aderire alle bandiere a mezz’asta per i suo ateneo e gli sgherri berlusconiani hanno proposto di farlo condannare. Si professano garantisti e liberali mentre invocano la punizione della libertà di pensiero. Sono gli stessi che hanno assistito silenziosamente allo stropicciamento della Giustizia per salvare il loro padrone.

Se il populismo consiste nella strumentalizzazione degli istinti bassi degli elettori per incamerare consenso allora siamo di fronte a un capolavoro di lutto populista. Il primo lascito di Silvio Berlusconi è già qui, sotto i nostri occhi. Mentre nell’ipocrisia generale la politica nazionale si ferma per corroborare la santificazione di Silvio Forza Italia si riunisce, approva il rendiconto, mette Tullio Ferrante e Alessandro Battilocchio (uomini vicini a Fascina e Tajani) al settore elettorale e al tesseramento e trova il tempo anche di commissariare alcune città. Possibile che non si veda il tranello ipocrita in cui stanno cadendo in molti?

Buon mercoledì.

In foto, ingresso di Villa San Martino ad Arcore, residenza ufficiale di Silvio Berlusconi dal 1974 al 2013 da Wikipedia commons