Quali sono le cause dell’attacco alle donne in Iran e in Afghanistan? Regimi teocratici le negano, le aggrediscono, le opprimono, più che mai. Ma anche in Paesi democratici la scia di femminicidi e violenze non si placa. Abbiamo chiesto agli psicoterapeuti Irene Calesini e Massimo Ponti di aiutarci a indagare questo fenomeno che segna contesti storici e sociali differenti
I femminicidi non accennano a diminuire in Italia: 8 donne uccise in ambito familiare ogni mese nel 2023 secondo il Viminale. E questo mentre gli omicidi e altri crimini sono in costante diminuzione. Una strage di donne avviene silenziosamente nonostante leggi severe, nonostante la crescente attenzione alla formazione del personale di polizia e dei magistrati. Colpisce anche che a uccidere le proprie compagne siano, non di rado, giovanissimi uomini fra il 18 e i 35 anni. Come leggere questi “dati”? Lo chiediamo agli psichiatri e psicoterapeuti Irene Calesini e Massimo Ponti che, con Viviana Censi, hanno scritto Violenza contro le donne (l’Asino d’oro). «La situazione è tornata di nuovo allarmante, c’era stata una leggera flessione di femminicidi nel post pandemia, ma adesso siamo tornati di nuovo a cifre purtroppo sconfortanti», osservano i due psicoterapeuti.

Questo articolo è riservato agli abbonati

Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivista
Se sei già abbonato effettua il login