Assedio e bombe. Cibo e aiuti umanitari bloccati da Israele, che accusa l'Onu di antisemitismo. A Gaza è ecatombe umanitaria. E il dramma è anche che non fa più notizia

Il capo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini scrive su X che Israele ha informato le Nazioni Unite che non approverà più i convogli alimentari dell’Unrwa verso il nord di Gaza. “Nonostante la tragedia che si sta consumando sotto i nostri occhi, le autorità israeliane hanno comunicato all’Onu che non approveranno più alcun convoglio alimentari Unrwa verso il nord. Questo è oltraggioso e rende intenzionale ostacolare l’assistenza salvavita durante una carestia provocata dall’uomo“.

Per avere un’idea delle proporzioni del disastro occorre ricordare che sabato il portavoce dell’Unicef James Elder ha affermato che “Mai prima d’ora così tanti bambini di Gaza avevano avuto bisogno di cure mediche. Nel nord della Striscia un bambino su tre sotto i due anni soffre di malnutrizione acuta”. Come spesso si sente ripetere “un cessate il fuoco umanitario immediato offre la migliore possibilità di salvare vite umane, porre fine alla sofferenza e consentire la consegna urgente di aiuti salvavita”, spiega Elder. 

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale per la Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus spiega che “bloccare la consegna del cibo significa negare alle persone la possibilità di sopravvivere. Questa decisione deve essere urgentemente revocata. I livelli di fame sono acuti. Tutti gli sforzi per consegnare il cibo non solo dovrebbero essere consentiti, ma ci dovrebbe essere un’immediata accelerazione”.

Il governo di Israele si è limitato ad accusare di antisemitismo l’Onu perché il segretario Gutierrez ha sottolineato la drammatica situazione dei civili a Gaza. Sembrano ogni giorno le stesse notizia e invece è lo sviluppo di una tragedia che si accumula mentre all’orizzonte si addensa la possibilità di abituarsi all’orrore. Forse il governo israeliano punta proprio a questo poiché ha sempre funzionato negli ultimi decenni. 

Buon lunedì. 

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