L’omaggio ai combattenti stranieri della Resistenza francese al Pantheon è una svolta storica che però cade negli stessi giorni in cui è stata approvata una legge sull’immigrazione così dura che piace anche a Le Pen
Con tutta la solennità che i francesi sanno infondere alle loro cerimonie, il 21 febbraio scorso le salme di Missak e Melinée Manouchian hanno fatto il loro ingresso nel Pantheon di Parigi. Nel momento culminante di un complesso percorso commemorativo, il coro dell’esercito francese faceva risuonare la più classica delle canzoni della resistenza d’Oltralpe: Le chant des partisans. La pantheonizzazione di Missak e Melinée, per utilizzare il brutto neologismo usato in Francia, ha segnato molte “prime volte”. Nonostante il ruolo avuto a suo tempo nella resistenza sono stati i primi comunisti ad entrare nel sacrario dove viene celebrata la memoria nazionale. Ma sono soprattutto i primi immigrati a ricevere un simile onore, anche se non furono pochi coloro che avevano combattuto in prima fila contro il nazismo e il collaborazionismo. Missak Manouchian era sfuggito ancora piccolo al genocidio degli armeni ed era riuscito ad arrivare in Francia nel 1924. Aveva fatto l’operaio cambiando spesso lavoro per cogliere le occasioni che l’economia francese offriva agli immigrati. Lavori sempre duri dato che è soprattutto agli stranieri che questi vengono affidati. Ma Missak era anche un intellettuale ed è riconosciuto come uno dei grandi poeti della letteratura armena contemporanea. Avvicinatosi alle idee comuniste, sull’onda della spinta unitaria del 1934 entrò nel Pcf e svolse un’intensa attività nelle associazioni di solidarietà rivolte ai lavoratori stranieri. Nel corso di una festa della comunità armena, Missak conobbe Melinée che divenne poi sua moglie. Seguendo tutte le traversie politiche del periodo, subendo vari arresti, Manouchian divenne una figura importante dei Franc tireur partisan - Mains d’oeuvre immigrée (Ftp-Moi). Un’organizzazione che colpì duramente le forze tedesche di occupazione arrivando anche a giustiziare il colonnello nazista Julius Ritter.

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