«Essere antifascisti oggi significa anche lottare contro le ingiustizie, essere contro una società di pochi ricchi/straricchi mentre c’è gente molto sfruttata sul lavoro», dice il figlio di Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943