La lista che pone al centro della campagna elettorale la guerra alla guerra ha vinto il ricorso al Tar ed è ammessa in tutte le circoscrizioni elettorali. Dopo una raccolta firme che ha raggiunto l'obiettivo in tre settimane

Pace Terra Dignità sarà presente alle elezioni europee, in tutte le circoscrizioni.
È un fatto importante. Non perché c’è una lista in più ma perché questa è la lista che pone al centro della campagna elettorale la guerra alla guerra. Cioè la vera questione, direi l’incubo, che i cittadini europei, e non solo, hanno nelle loro vite. E rispetto a cui dovrebbero potersi pronunciare.
Come noto la strada per Pace Terra Dignità non è stata facile. Centomila firme raccolte in tre settimane, dopo che un decreto, a elezioni convocate, aveva tolto il diritto che Rifondazione comunista portava con sé di esenzione come partito europeo. Pace Terra Dignità ha voluto chiedere una larga convalida democratica e l’ha avuta. Passando anche per un rigetto iniziale che, con rispetto, alla mia lettura di ex parlamentare che ha fatto leggi appariva errato e che il dispositivo del Tar, che consiglio di leggere, ha rovesciato restituendo il diritto ai centomila e a tutti.

Focalizzarsi sulla guerra oggi è fondamentale. Dopo due anni di massacri tra Russia e Ucraina, con la partecipazione attiva e fondamentale di Nato e Ue. Di fronte al genocidio in Palestina, con complicità ed omissioni scandalose. Di fronte al rischio che ogni linea rossa sia superata e deflagri un conflitto incontrollabile. Mentre le scelte economiche guardano tutte alle produzioni belliche, pagate dalla austerità che torna a colpire i cittadini, garantendo profitti crescenti a tutte le multinazionali delle armi. Mentre si vuole militarizzare le società, addirittura le scuole, reprimere il dissenso, costruire nazioni suprematiste fondate sull’odio, fare guerra alla guerra è fondamentale.

Purtroppo tutto ciò viene da lontano. Dal non aver voluto costruire quella casa comune europea e quel nuovo ordine mondiale democratico che chiedevano Gorbaciov, Brandt, Palme, Berlinguer. Dalla pretesa di vincere fomentando conflitti. Dalla dipendenza dal grande impero del mercato finanziario che si ciba di guerre tra i nuovi imperi feudali. In questo la Ue ha tradito non il sogno ma l’impegno europeo alla Pace. Guerra e ritorno all’austerità sono il cemento di una maggioranza di élites e nazionalisti che sta in realtà insieme perché non corrisponde alla maggioranza dei cittadini. È in questo quadro che le destre sono tornate protagoniste nell’epoca del revisionismo storico. Ma non possono essere certo contrastate stando con chi, la maggioranza di Ursula von Der Leyen, procede nelle scelte belliciste e neoliberiste. La Ue ha scelto il riarmo e la guerra come scenario. I rapporti e le esternazioni di Letta, Draghi, Monti lo dicono a chiare note. Se i cittadini non si pronunciano su questo, contro di questo, a che serve fare una campagna elettorale e votare?

Chi scrive ha proposto lungamente una sola lista per la Pace. È stato detto di no e mi sembra un grave errore e una responsabilità che si è assunto chi si è negato a questa prospettiva. Per me la guerra alla guerra meritava, e merita, tutto l’impegno. Dalla transizione ecologica, ai migranti, all’aborto tutto è importante ma tutto è negato dalla guerra e dalla militarizzazione delle società. Io che sono contro la guerra sono certo contro Putin ma altrettanto contro la Nato e contro la scelta della Ue di alimentarla ad oltranza. Sono contro Meloni e Orban ma anche contro la maggioranza di Ursula von Der Leyen bellicista e neoliberista. Né “putiniano”, né “sinistra dell’Occidente, della Nato e di Von Der Leyen”. Con i cittadini, per la Pace e per liberare l’Europa.

Nella foto: raccolta delle firme in Sicilia (Fb Pace terra dignità)