Scienza, coraggio e ingegno umano: un viaggio nelle scoperte che nei secoli hanno portato alla cura delle malattie, dalla dissezione anatomica all’anestesia, dai vaccini ai raggi x. Ne parla il saggio di Paolo Mazzarello "Storia avventurosa della medicina", che si legge come un romanzo
Tra i tanti libri di storia della medicina Storia avventurosa della medicina, (Neri Pozza) è differente: piacerà non solo ai colleghi medici e chirurghi, ma anche a chi è sensibile alla umana aspirazione a vincere dolori e sofferenze. Qui l’uomo è oggetto e soggetto al tempo stesso; qui la storia delle vicende umane legate a quello che siamo e vorremmo essere, e al nostro desiderio di stare bene, è raccontata. E poi - per anticipar la calda raccomandazione del recensore - come non leggere un libro che parla anche di un organo che viene considerato alchemico perché crea coscienza trasformando materia in pensiero? Paolo Mazzarello - ordinario di storia della medicina all’università di Pavia dove è anche presidente del sistema museale e direttore del museo Kosmos - scrive della salute e della malattia con una forza narrativa rara per un saggio: il registro pare quello del romanzo, sia di quello storico, perché di storia si parla e nella storia si è immersi, sia certamente di quello d’avventura, perché in ogni scoperta, in ogni accelerazione diagnostica e sperimentale, e per ogni vicenda epica vi sono rischio, pericolo, azzardo, imprevedibilità. Immersi, dunque, nella grande Storia, qui ci sono proprio tutti gli elementi dell’avventura, insieme al coraggio e alla vigliaccheria, ai trionfi e ai fallimenti dei suoi protagonisti. Nel libro sono narrate le vicende di grandi nomi che hanno segnato la storia della medicina, ma ci sono anche tante storie minori, solo apparentemente poco significative, che si insinuano improvvisamente in questo grande affresco, perché anche la casualità è evento caratteristico della storia della medicina. Non mancano, dunque, i colpi di scena, dal momento che «le vie della scienza sono infinite e si realizzano spesso per itinerari tortuosi» (p. 242). La scrittura di Mazzarello è quella che abbiamo imparato a conoscere nei suoi potenti libri di storia della scienza, dalle biografie scientifiche (si pensi a Il Nobel dimenticato, la vita e la scienza di Camillo Golgi, Bollati Boringhieri 2006) ai saggi narrativi (per esempio Il professore e la cantante. La grande storia d’amore di Alessandro Volta, Bompiani 2009): la sua identità stilistica è caratterizzata da una scrittura piana e coinvolgente, capace di improvvise accelerazioni e sorprese, di introspezioni brevi e precise, di pennellate descrittive e di focus personali e ravvicinati dove usa la sua mirabile lente.

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