La Lega di Salvini prosegue la sua navigazione attraverso il variegato arcipelago delle destre europee, anche dopo la clamorosa débâcle francese. La rotta sembra essere in direzione di una collocazione che, nei limiti della legalità e delle apparenze, più a destra non si può. Là, insomma, dove la boa che segnala l’approdo si chiama Viktor Orbán.
E così, l’incursore per eccellenza del partito salviniano, il senatore Claudio Borghi presenta, nell’ambito del disegno di legge sulle liste d’attesa, un emendamento per abolire l’obbligo di vaccinazione per il morbillo, la varicella, la rosolia e la parotite per i minori sotto i 16 anni e, ça va sans dire, i minori stranieri non accompagnati.
Vogliamo ricordare quel che si poteva leggere in un comunicato pubblicato dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia il 14 dicembre del 2023: «L’Unicef avverte che, tra gennaio e il 5 dicembre 2023, sono stati confermati 30.601 casi di morbillo in Europa e Asia centrale, rispetto ai 909 del 2022, con un aumento del 3.266% dei casi di questa malattia prevenibile con il vaccino».
Spiegava, ancora il comunicato che «i dati indicano anche una tendenza più recente al peggioramento, dato che il tasso di casi di morbillo in Europa e Asia centrale è quasi raddoppiato tra ottobre e novembre 2023. Si prevede che i casi nella regione aumenteranno ulteriormente a causa delle lacune nelle vaccinazioni».
«Non c’è segno più evidente del crollo della copertura vaccinale che un aumento dei casi di morbillo. Un aumento così marcato richiede un’attenzione urgente e misure di salute pubblica per proteggere i bambini da questa malattia pericolosa e mortale», ha dichiarato Regina De Dominicis, direttrice regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale. «Il morbillo ha un effetto devastante sulla salute di un bambino, talvolta con conseguenze letali. Provoca un indebolimento duraturo del sistema immunitario dei bambini, rendendoli più vulnerabili ad altre malattie infettive, tra cui la polmonite». Sul punto non credo sia necessario aggiungere altro.
Va, invece, considerata, con la dovuta severità, la tendenza delle forze populiste a far propri i peggiori argomenti “complottari”. La domanda è: ma dopo il Covid non ne abbiamo avuto abbastanza? Abbiamo dimenticato quando, prima dell’inizio della campagna vaccinale, in questo Paese siamo arrivati a contare i caduti nell’ordine delle mille vittime al giorno? Veramente, conquistare un po’ di consenso politico negli ambienti più paranoici e ostili al senso comune vale la candela della salute pubblica e della vita dei nostri figli?
Probabilmente l’emendamento di Borghi, che si affretta a dichiarare, come riportano organi di stampa, «conosco il giochino, quindi preciso che l’emendamento è MIO», è più una boutade che un vero atto politico. È una di quelle strizzate d’occhio al peggio del peggio, mentre si cerca di emergere in quel tempestoso arcipelago delle destre un po’ più all’estremo di altri. Solo che, nel far questo, si è data un’altra delle mille spintarelle che, una dopo l’altra, fanno arretrare la nostra civiltà.
L’autore: Sindacalista e già ministro del lavoro Cesare Damiano è presidente di Lavoro e Welfare