Inaridisce il turismo in Sicilia a causa della siccità. Lo scrive il New York Times. E la ministra Santanché parla di danno di immagine. Proprio lei...

La ministra al Turismo Daniela Santanchè contro il New York Times. Già scritta così la diatriba risulta imbarazzante. Che questa maggioranza, Fratelli d’Italia in testa, abbia dei seri problemi nel confrontarsi con i giornalisti è storia nota. 

Dell’idiosincrasia per il giornalismo del governo ne hanno scritto a Bruxelles quelli della Commissione europea, la denunciano le organizzazioni internazionali che si occupano di libertà di stampa e perfino il quieto Mattarella ha dovuto intervenire nel tentativo di raddrizzare la rotta e la credibilità nazionale. 

La ministra rinviata a giudizio per falso in bilancio e per truffa all’Inps ha messo nel mirino il quotidiano Usa per avere scritto ciò che è sotto gli occhi di tutti: la situazione siccità al Sud peggiora di giorno in giorno e la crisi è sempre più drammatica. In Sicilia solo il 17,31 per cento degli interventi per l’emergenza idrica in Sicilia è stato completato. 

Per Santanchè scrivere la verità “inaridisce il turismo” e procurerebbe un danno d’immagine. La ministra del resto ha una singolare idea del turismo basato sul marketing sfrenato, perfino bugiardo e truffaldino se serve per fare cassa. In questa visione distorta i giornalisti dovrebbero limitarsi a fare da cassa di risonanza della comunicazione utile, una sorta di pro loco diffusa al servizio dei desiderata del potere. 

Così ancora una volta l’attenzione si sposta dall’atavico problema della reta idrica al Sud – che non è certo responsabilità solo di questo governo – all’imbarazzo internazionale per le reazioni della classe dirigente politica nazionale. Contenti loro. 

Buon venerdì.