Alluvione in Emilia Romagna. Il governo Meloni fa sciacallaggio. E invece di intervenire attacca gli amministratori locali

Con i cittadini rinchiusi ai piani superiori di case mezze sott’acqua il ministro il ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha pensato che potesse essere utile imbracciare il microfono per accusare la Regione Emilia Romagna che secondo lui «ha avuto assegnati 595 milioni dai governi. Se la Regione potesse fare lo sforzo – ha detto Musumeci – di farci sapere quanto è stato speso e ci facesse la cortesia di dirci quali sono ancora i territori più vulnerabili potremmo programmare ulteriori interventi». 

Qualche minuto prima era intervenuto anche il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami (sì, quello apparso in foto travestito da nazista) per dire che «la situazione in Romagna è ancora una volta determinata da amministratori incapaci. E invece che stare zitti attaccano il governo e il commissario Figliuolo. Se avessero dignità se ne andrebbero». 

Mentre gli abitanti di quelle zone fanno i conti dei danni che non hanno nemmeno avuto il tempo di ripristinare dall’ultima alluvione da Fratelli d’Italia quindi partono accuse all’opposizione ma anche ai compagni di governo, come quando Musumeci accusa il suo collega ministro all’Ambiente Pichetto Fratin di tenere «fermo da cinque mesi nelle strutture del ministero il piano nazionale sul dissesto idrogeologico». 

Nella furia della speculazione politica e del vittimismo ex ante a cui ormai il partito di Giorgia Meloni ci ha abituati risulta quasi commestibile il ministro Salvini che dice «non c’è neanche mezzo minuto da dedicare alla conta dei danni, si sta lavorando per evacuare, salvare e mettere in sicurezza». E questo è tutto dire.

Buon venerdì.