Lo scrittore racconta come è nato il suo nuovo spettacolo teatrale "Il cuore inverso” che va in scena il 18 e 19 gennaio a Napoli. Un monologo interpretato da Carmen Di Marzo

Si intitola “Il cuore inverso” il nuovo spettacolo teatrale scritto da Nando Vitali che va in scena in anteprima nazionale il 18 e 19 gennaio  al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli. Ne parla qui l’autore. 

Lo conoscevamo tutti come un grande campione del ciclismo. Solo dopo sapemmo che Gino Bartali fu staffetta partigiana. Di quei messaggi che trasportava in segreto con la bicicletta ai compagni della resistenza durante l’occupazione nazifascista dopo l’8 settembre del ’43.
E le donne? In casa mia le canzonette, dopo la fine delle ostilità, le gambe delle donne erano per canzonette alla radio e gonne svolazzanti. Per me la bicicletta era lo strumento di seduzione durante l’adolescenza. La Bianchi rosso fuoco.
Poi conobbi al cinema Ladri di biciclette, e ne fui, come tutti, preso per commozione e grandezza. De Sica ci fece capire molto di quei tempi. Un poco più in là col tempo, ormai adulto, fui affascinato da quel capolavoro che si chiamava Appuntamento a Belleville, di Sylvain Chomet (2003). Film d’animazione scandito da un cronometro inesorabile che batteva il tempo a un ciclista, il cui sforzo si faceva sovrumano per un Tour de France immaginario. Una sorta di opera pittorica interrotta soltanto da un coretto di stralunate starlette, Les Triplettes, il passaggio di un treno e gli sbadigli di un vecchio cane.
Mi imbattei poi, per caso, in un documentario sul ruolo fondamentale, in quegli anni di guerra, delle donne utilizzate, in bicicletta, come preziose staffette partigiane.
Finalmente riconosciute e narrate le loro storie con fiere e commoventi interviste alla televisione. Ormai tutte molto anziane, si raccontavano di quando, oblique alla grande Storia, raccordavano coi loro messaggi le Brigate Partigiane prevalentemente composte da uomini armati.
Emerge così un altro capitolo di quegli anni.
Solo 37 di loro furono insignite della medaglia al valor militare. Eroine, invece tante, rimasero senza nome. Chissà quante uccise dai nazifascisti. Torturate e stuprate, per quella “banalità del male” alla quale non ho mai creduto. Ma qui parliamo di emozioni rubate e giustizia, non di filosofia.
Ecco che così è venuta di getto una drammaturgia, e ho messo in scena una di loro: Lauretta. Quello che dovrebbero fare gli artisti in circostanze del genere: raccogliere le voci mute, mancanti all’appello dei libri.
E “bella ciao”, il canto patriottico che tutti cantiamo in modo festoso, divenne finalmente un’accordatura nuova al mio repertorio di scrittore.
Ho ridato la pedalata giusta a una di loro. Una per tutte. Quella violenza mostruosa di vita e morte è volata con la mia biro in meno di un’ora sui fogli di un quaderno.
Certo, storia di fantasia di un cantastorie quale credo di essere.
Ma molti di quei segreti li doveva portare nel suo cuore inverso anche mia madre, nei suoi estenuanti silenzi. Nel mestruo interrotto di una notte d’amore mai perdonata, e il suo spavento ogni volta che si udiva la lingua aspra che allora portava morte e follia.

L’autore: Nando Vitali è scrittore, critico letterario, fondatore e direttore della rivista Achab.

LO SPETTACOLO 18 e 19 gennaio

Al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli  IL CUORE INVERSO dello scrittore Nando Vitali con la regia di Paolo Vanacore e le musiche originali di Alessandro Panatteri. Il monologo è interpretato dall’attrice Carmen Di Marzo, già nel cast di “Mare fuori 4”, “Piedone lo sbirro” e tante altre fiction di successo. La vicenda è ambientata nelle campagne del ferrarese dove la giovane Lauretta, di famiglia napoletana, si è trasferita per motivi familiari (padre ferroviere e socialista). A circa vent’anni, dopo l’armistizio dell’8 settembre, e dopo l’arresto del padre e la morte della madre, aderisce a una brigata partigiana dove inizia la sua attività di staffetta incontrando l’amore del giovane combattente Michele. Delle 50mila staffette partigiane solo 37 hanno ricevuto medaglie al valore della Resistenza.