Il partito della presidente del Consiglio, Fratelli d’Italia, ha passato la domenica a impallinare il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Il senatore Franco Zaffini, presidente della Commissione Sanità e Lavoro, ha parlato di “fake news” e “strumentalizzazioni dei comunisti e dei loro cavalier serventi”.
In un Paese serio un senatore che attacca i “comunisti” andrebbe rinchiuso nel museo delle macchiette, appena sotto la statua di cera di Silvio Berlusconi. Da noi invece la polemica è stata inasprita dal presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che si chiede: “Chi c’è dietro questa fondazione? Chi è Cartabellotta? Perché agisce in questa maniera? Quali interessi intende tutelare?”.
Ma che ha combinato di così grave Cartabellotta? Ha semplicemente ricordato che il cosiddetto Decreto liste, che avrebbe dovuto ridurre le liste d’attesa nella sanità pubblica, è senza decreto attuativo sui criteri di funzionamento e interoperabilità tra la Piattaforma nazionale e le piattaforme regionali (scadenza 30 settembre 2024); senza quello sulle modalità di esercizio dei poteri sostitutivi dell’Organismo di verifica e controllo (scadenza 31 agosto 2024); senza il decreto attuativo sul Piano d’azione per il rafforzamento della capacità di erogazione dei servizi sanitari (scadenza 30 settembre 2024); senza due decreti sulle Linee di indirizzo per la gestione delle prenotazioni e delle disdette presso il CUP e su quello che riguarda la metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del SSN, entrambi privi di una scadenza definita.
Nel merito non gli ha risposto nessuno. Gli hanno dato del comunista.
Buon lunedì.
Così Carbellotta scrive su X: A 6 mesi dalla conversione in legge del DL liste di attesa questa è la verità. Il resto sono chiacchiere #SalviamoSSN
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