Il teatro Vascello a Roma presenta fino al 16 febbraio un testo inedito della regista, attrice e drammaturga Eleonora Danco (il suo lungometraggio del 2014 N-Capace è disponibile su raiplay). Il dramma Bocconi amari – semifreddo – in prima nazionale) si sviluppa intorno a due scene, due compleanni, prima quello della madre e poi quello del padre, due momenti nei quali si incontrano e si scontrano le traiettorie dei personaggi. Sulla scena una famiglia, (due fratelli, Luca e Pietro e una sorella, Paola) nella quale il tempo ha eroso i rapporti umani fino a ridurli a vuoti rituali. L’unica cosa di cui sono capaci i personaggi è scaricare le proprie frustrazioni sugli altri familiari. Nella seconda scena, dopo la morte della madre, la famiglia si riunisce per il compleanno del padre, ma i rapporti umani risultano ancora più degradati e tutti i personaggi sono ormai prigionieri delle proprie nevrosi e delle proprie angosce, a cui il crescente consumo di psicofarmaci rappresenta l’unico rimedio. La figlia, rimasta accanto al padre, è una presenza muta avvolta in un sacco nero, che simboleggia la sua condizione, e per tutta la scena del pranzo deambula prona su un carrello. Attraverso alcuni flashback lo spettatore può entrare nel mondo dei personaggi e comprendere come e perché sono arrivati al punto in cui si trovano.
Il linguaggio del dramma è quello più universale, semplice e colloquiale e la realtà che lo spettatore vede sulla scena è quella di uno dei tanti interni in cui la famiglia, gradualmente, si trasforma in un guscio vuoto perché il tempo corre, come un piano inclinato, verso la vacuità. Il dramma si chiude con un breve monologo del personaggio di Paola, nel quale racconta il suo trauma e il disagio mentale che ne è conseguito.
L’autrice (tra l’altro anche interprete del testo in questione), nata a Roma ma vissuta per tutta l’infanzia e l’adolescenza a Terracina, rappresenta una delle figure più interessanti nella drammaturgia contemporanea. Nel 2009 era uscita per i tipi di Minimum fax Ero purissima, la raccolta di testi teatrali di un decennio, quella che allora poteva essere considerata la più grande rivelazione del «giovane teatro arrabbiato» degli ultimi anni, è diventata una realtà nel panorama del teatro italiano. Il lungometraggio del 2014, premiato Torino Film Festival nelle categorie miglior film e miglior cast d’insieme, appare come una sorta di “estensione” della sua poetica al mondo del cinema. Vagamente ascrivibile alla categoria della docu-fiction, N-capace può essere considerato la sintesi dei meccanismi che muovono la sua drammaturgia: prima di tutto un folle amore per la realtà, nei suoi aspetti più crudi e indecorosi, per i personaggi marginali e per gli adolescenti. Dacco ci sbatte in faccia la disperazione e la nevrosi quotidiana delle nostre città. I suoi testi per il teatro e il suo lungometraggio sono un concentrato di rabbia e poesia, espresso in un linguaggio crudo ma pieno di grandi invenzioni e illuminazioni improvvise, che l’ha portata a diventare attrice cult.
Quello proposto (e prodotto) dal Teatro Vascello, rappresenta quindi l’approdo di una ricerca, o meglio, un’indagine sulla realtà, che va avanti da più di venti anni. Bocconi amari – semifreddo è solo un frammento di un mondo più vasto, che uno spettatore interessato alla drammaturgia contemporanea non può e non deve ignorare. E se nel teatro italiano c’è ancora spazio per nuovi autori, in questo caso è opportuno, persino necessario dedicare maggiore attenzione a un’autrice come Eleonora Danco.
L’autore: Lorenzo Pompeo è slavista, traduttore, scrittore e docente universitario
In foto un’immagine lancio dello spettacolo, courtesy Teatro Vascello