«È tempo che la politica faccia chiarezza e condivida con i cittadini una visione concreta sul futuro del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Serve una presa di responsabilità collettiva: se le azioni devono seguire gli annunci, oggi è indispensabile un nuovo patto politico e sociale per rilanciare la sanità pubblica. Un accordo che vada oltre le ideologie partitiche e gli avvicendamenti di governo, riconoscendo nel Ssn un pilastro fondamentale della democrazia, uno strumento di coesione sociale e un motore per lo sviluppo economico del Paese. Se non si interviene subito, perderemo definitivamente un modello di sanità pubblica che, per decenni, ha garantito il diritto alla tutela della salute di tutte le persone e che il mondo intero ci ha invidiato». Arriva forte e chiaro il grido d’allarme di Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe, sullo stato di salute del Ssn. Da quasi dieci anni l’Osservatorio della Fondazione documenta il progressivo smantellamento della dimensione pubblica e universalistica del nostro sistema sanitario e dei suoi principi fondanti, in una inesorabile avanzata della privatizzazione dei servizi. Per orientarci nella ricerca di possibili soluzioni abbiamo rivolto alcune domande a Cartabellotta, ed ecco cosa ci ha risposto.
Le politiche sanitarie degli ultimi governi sono andate tutte nella stessa direzione, togliendo risorse alla sanità pubblica in favore della privatizzazione dei servizi. Come dovrebbe intervenire il governo Meloni per garantire ai cittadini, senza distinzione, il diritto alle cure?
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