Oltre ad essere uno dei peggiori presidenti, Trump è anche il più incapace e dannoso

La cravatta rossa, il cappellino Maga in mano e un tabellone illeggibile. Trump ha annunciato i suoi dazi come fosse in campagna elettorale, nel giardino della Casa Bianca trasformato in palcoscenico per l’ennesimo show. Lo chiama “Liberation Day”, ma sa di resa dei conti: 20% all’Unione europea, 54% alla Cina, 46% al Vietnam. Nessuna strategia, solo rancore moltiplicato per arroganza.

Trump tratta il commercio internazionale come una guerra personale. Parla di “reciprocità”, ma ignora che il sistema è già basato su regole condivise. Ignora che chi pagherà non saranno gli alleati infedeli ma i cittadini americani: le famiglie, che vedranno i prezzi salire, e le industrie, che rischiano l’isolamento. Lo ricorda Leon Panetta: così si spara nei piedi. Fitch prevede una recessione. Moody’s stima 5,5 milioni di posti persi.

E l’Italia? È tra i 60 “cattivi”. Per Trump siamo colpevoli di eccellenza. Colpire il nostro export è colpire il cuore dell’economia italiana. Mattarella parla di errore profondo, Meloni prova a mediare, Bruxelles abbozza. Ma intanto il danno è già in corso.

Trump non tratta, impone. Usa i dazi come manganello geopolitico, disegna un’America che somiglia più all’autarchia del Novecento che a una potenza del XXI secolo. L’Europa, se vuole contare, deve scegliere: o il silenzio o la dignità.

Oltre ad essere uno dei peggiori presidenti è anche il più incapace e dannoso. Meloni e Salvini, gli scendiletto del danno, che dicono?