Dopo quindici anni in cui abbiamo vissuto prima la crisi economico-finanziaria e poi quella pandemico-sanitaria, il piano bellico-militare è stato assunto, di nuovo, come strumento di risoluzione delle contraddizioni del sistema economico-finanziario internazionale

Ruolo e funzione della storia trovano significato e collocazione nella sfera pubblica tanto nell’indispensabile ricostruzione dei fatti quanto nella costruzione di un orizzonte di senso di quegli eventi. Un processo in grado di restituire il rapporto dialettico tra passato e presente che spiega non solo da dove veniamo e dove siamo arrivati ma soprattutto il perché. Così l’ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia si pone, in un momento particolarmente critico del contesto internazionale, non soltanto come riferimento storico ma come orientamento per la società democratica attraversata da potenti spinte disgregatrici che rievocano tragicamente le cupe espressioni liberiste di Margaret Thatcher del 1987: «Non esiste la società, esistono gli individui».

La storia della liberazione dal nazifascismo, in Europa e nel mondo, ha invece storicamente dimostrato come senza uno sforzo collettivo i singoli individui sarebbero stati inesorabilmente condannati agli stermini di massa, alla guerra o alla sottomissione. La traiettoria storica dell’Italia fino ed oltre l’approdo al 25 aprile 1945 consente, fuori da retoriche celebrative, di individuare condizioni, contesti, punti di rottura e linee di faglia che hanno accompagnato la società italiana ed europea nel «viaggio al termine della notte» della dittatura iniziato al tramonto della Prima guerra mondiale.

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