Lavoro, diritti e cittadinanza. Perché i referendum di giugno ci riguardano tutti da vicino? Lo abbiamo chiesto alla segretaria generale Spi Cgi

I prossimi 8 e 9 giugno gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari che toccano temi cruciali per il mondo del lavoro e i diritti civili. Il voto rappresenta un’opportunità per ridisegnare il futuro del Paese, intervenendo su aspetti fondamentali che riguardano milioni di cittadini.

Tania Scacchetti, il referendum sulla cittadinanza potrebbe apparire distante dalle battaglie sindacali tradizionali. Perché lo Spi Cgil ha scelto di sostenerlo e quale messaggio volete lanciare?

Il quesito sulla cittadinanza impone al Paese una discussione sui temi della trasformazione sociale, in un contesto di grave crisi demografica. Viviamo in un’Italia che invecchia velocemente, che non riesce a trattenere le giovani generazioni e che, paradossalmente, è incapace di riconoscere il diritto di cittadinanza a chi già vive, lavora e contribuisce alla vita economica e sociale del Paese. Sappiamo che la questione rischia di essere divisiva ma siamo convinti che queste persone dovrebbero poter contribuire anche alla vita politica. È una grande occasione per far avanzare il Paese.

Quali effetti concreti potrebbe avere questa riforma nel mondo del lavoro, soprattutto per chi è già inserito nel tessuto produttivo ma non ha ancora la cittadinanza?

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