Gaza è viva, respira ancora.
Ha il corpo a pezzi, i capelli bruciati,
gli occhi spenti,
il viso incenerito.
Ma è viva, Gaza è viva.
Respira, sotto una coltre di fumo denso
sotto un cielo di polvere da sparo
piombato sulla terra tutto intero.
Schiacciata da slavine di grandine putrida
lei è viva e respira.
La tiene sveglia la cantilena del pianto
di una bambina sola
che con le dita tremanti
chiude gli occhi a sua madre
esanime a terra
eppure così bella
con quell’azzurro di pupille in un velo di pelle scura.
Danza lenta un ballo da funerale
ma il ritmo lo dà una pentola rovesciata
che ha dimenticato il profumo del cibo
picchiata dal cucchiaio
nelle mani d’un bambino.
Fame secca, sete asciutta, buio crudo
e il sangue e’ un ruscello caldo che scorre tra montagne di macerie
di cemento e carne.
Sul tappeto della preghiera
un vecchio poggia la fronte fredda
e chiude gli occhi in cerca d’istanti di pace.
Il silenzio è pausa fra il precipitare di bombe e attesa di reiterato rumore assordante.
Gaza è attorcigliata
intorno a un minareto crollato
come una kefiah intorno a un collo di donna.
Respira, respira, senti che respira ancora Gaza
nel suo ultimo giorno, il penultimo respiro.
L’autore:Andrea Maestri è avvocato per i diritti umani e autore del libro
“Il penultimo respiro di Gaza” edito da Left