Tra colpi di Stato e alleanze militari, il Niger è sempre più teatro di confronto tra potenze globali, con l’Italia unica presenza occidentale rimasta sul territorio accanto agli ex paramilitari della Wagner

Il primo impatto il Niger si presenta con una curiosa immagine: l’intera sua superficie di 1.267.000 Km2 (4 volte l’Italia) ha la forma di un pesce rombo con la coda a sudovest, dove c’è la capitale Niamey, e la testa a nordest, ma non ha nessun contatto col mare, confinando a nord con l’Algeria, a nordest con la Libia, a est col Ciad, a sud con la Nigeria, a sudovest col Burkina Faso e il Benin e a ovest col Mali. Questa immagine di pesce all’asciutto è però l’unica cosa buffa del Niger. Per il resto si tratta di uno dei Paesi più poveri del Terzo Mondo e occupa una delle ultime posizioni nella graduatoria del Pil pro capite (189esimo). Gli abitanti, prevalentemente di religione musulmana sunnita, sono circa 25,5 milioni e sono analfabeti per il 70% (in Italia il tasso è 0,6%). Il tasso di fecondità (dati 2021) è di 6,2 per donna (in Italia 1,18) ma la mortalità infantile è del 50% (in Italia è 4 per mille). La popolazione è dedita ad agricoltura e pastorizia, ma l’intera parte nord del Paese è occupata dal deserto del Sahara. La parte centrale del Niger, invece, ha il clima del Sahel (in arabo: “bordo del deserto”), la fascia climatica è caratterizzata dalla spoglia savana che offre un magro pasto alle greggi. La parte meridionale, più esposta ai venti Alisei provenienti dal Golfo di Guinea, è caratterizzata dalla savana alberata con acacie, baobab, karité e mogano che ospita la splendida fauna africana. È sviluppata anche l’attività mineraria: il Niger è ricco di uranio e fino al 2021 ne era il maggior fornitore dell’Ue. Come tutti i Paesi della parte occidentale dell’Africa, anche il Niger ha vissuto il colonialismo francese ed ha ottenuto l’indipendenza nel 1960 dotandosi di una Costituzione che, nell’intervallo sino al 2010, è cambiata sei volte.

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