Giorgia Meloni mente. Attua una demagogia propagandistica. Nega, infatti, che il decreto “sicurezza”, emanato in palese violazione dell’ articolo 77, secondo comma, della Costituzione, criminalizzi, con sanzioni inaudite, criticate da giuristi internazionali e nazionali e da tutti gli organismi internazionali di controllo, lavoratori, studenti, precari, ecoattivisti, migranti, marginalità sociali. Imprenditori predatori ed evasori fiscali dormono sonni tranquilli. Giorgia Meloni non difende la «povera gente», come va sbandierando. Mente per coprire la verità: di fatto sta configurando, con una violenta accelerazione, uno Stato penale, del controllo, della sorveglianza. La tutela dei più deboli è lontana dalla sua volontà e dalla sua azione. È una gigantesca opera di mistificazione. Non vengono colpiti scippatori, borseggiatori, criminali (per questi reati le leggi già esistono). La sua legge è costruita per usare il pugno duro verso i critici, i dissidenti, la marginalità, verso coloro che pretendono la tutela dei beni comuni. L’emergenza criminalità viene strumentalizzata, è costruita sulle paure di una società sempre più impoverita, spaesata, ingabbiata dentro dogmi reazionari. Del resto, panpenalismo, securitarismo vengono da decenni (anche quelli del centrosinistra) nei quali il concetto di “sicurezza” viene declinato non nel significato storico di sicurezza sociale ma solo in termini di aumento di reati e sanzioni. Non mi meraviglio che, dopo decenni in cui i governi hanno lottato contro le culture garantiste, oggi la destra della presidente del Consiglio riscuota consenso varando una legge totalmente repressiva che viene sbandierata come l’illusoria ancora di salvezza. Solo una società con più diritti, invece, sarebbe più sicura. Vanno costruiti, sul territorio, a partire dai quartieri metropolitani, presìdi di socialità, centri sociali, centri per anziani, sedi femministe di Non una di meno, non delegando la sicurezza ad interventi militar e di polizia. Pur in questa difficile situazione sta crescendo un movimento, soprattutto giovanile, di opposizione alla concezione securitaria. C’è una mobilitazione diffusa, plurale, trasversale, giuridica ma anche ecologista e sindacale. Ci opporremo alla legge truffa nei tribunali e sollevando questioni di legittimità costituzionale. Stiamo Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivistaQuesto articolo è riservato agli abbonati
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Solo una società con più diritti sarebbe più sicura. La destra dei nipotini politici di Almirante va deliberatamente nella direzione opposta criminalizzando il dissenso, la precarietà, la povertà