A Gaza abbiamo cancellato la legalità internazionale e cioè al rispetto delle norme, dei principi e delle leggi che governano le relazioni tra gli Stati e gli altri attori della scena globale, inclusi il rispetto del diritto internazionale (come trattati e consuetudini), la promozione dei diritti umani, la prevenzione dei crimini internazionali e l’adesione ai valori di pace, giustizia e solidarietà, promossi attivamente da organizzazioni come le Nazioni Unite o l’Unione europea. Alla legalità internazionale abbiamo sostituito, “l’illegalità internazionale normalizzata”. Non tuteliamo più i più deboli, oggi, prevale la legge del più forte, la barbarie della forza bruta fine a se stessa.
I crimini di guerra e i genocidi si realizzano nell’indifferenza generale in tutto il mondo. La legge del più forte è resuscitata e torna a predominare la scena internazionale e i rapporti tra gli Stati. A fare differenza nel mondo oggi è l’indifferenza. Dobbiamo combatterla, oggi più che mai, in ogni modo possibile. Ogni volta che vinciamo contro le illegalità diventa un miracolo e non la normalità come invece dovrebbe essere. I criminali di guerra sono in grado di autorigenerarsi e, per questo, occorre l’impegno di tutti, sempre. L’olocausto non ci ha insegnato nulla.
La Comunità internazionale e la società civile ad essa connessa devono pretendere verità. Negli scenari di guerra non emerge più la realtà dei fatti e senza quest’ultima non si può costruire una giustizia internazionale credibile ed efficace. La verità è indispensabile oggi più che mai, in particolare, per tutte quelle persone e per tutti quei territori che vivono un oppressione che genera esclusione, povertà e assenza di prospettive. La verità negli scenari di guerra è un valore assoluto ed essenziale in quanto in essa si costituiscono le premesse per il rispetto dei diritti della persona umana, la crescita civile dell’individuo, per un incontro attivo con il mondo circostante, per la formazione dei saperi, delle competenze e dei sentimenti utili all’esercizio della partecipazione viva della vita sociale.
La verità e la giustizia sono i pilastri portanti dello sviluppo di pratiche di legalità e consentono di trasmettere e sperimentare i valori e i rapporti tra le generazioni con l’intento di facilitare la crescita di soggetti sociali, capaci di riferirsi a norme sociali condivise, che rispettano le regole del vivere comune e contribuiscono a istruire e far crescere una società più giusta ed equa.
Oggi, a Gaza siamo domina il “mors tua, vita mea”, dove la sopravvivenza di uno implica la distruzione dell’altro. Assistiamo alla orribile sciagura della fine di qualsiasi elementare principio di diritto umanitario. C’è un esercito che uccide direttamente civili inermi. Concordo in pieno con il pensiero di Massimo Cacciari: “Assistiamo a una catastrofe culturale del nostro mondo”. La democrazia è in crisi e trascina in questo declino continuo tutti i suoi principi portanti. Prima prenderemo atto di questa catastrofe e meglio sarà per il futuro delle prossime generazioni che rischiano di vivere in un mondo senza più regole democratiche e diritti umani da tutelare
L’autore: Vincenzo Musacchio è criminologo




