La pandemia, tra i suoi mille malanni, si porta dietro anche la lente di ingrandimento sulla schizofrenia di una classe dirigente che non riesce a confrontarsi elaborando una proposta. Non è una roba da poco perché la schizofrenia dei messaggi è causata sicuramente da un certo lassivo comportamento da certe stanze di palazzo Chigi (quelle che fanno uscire le anticipazioni per vedere l’effetto che fa) ma anche dalla peggiore opposizione possibile, quella che sul no basa la propria retorica.
Basta solo qualche esempio per rendersene conto?
Scuole aperte? Quelli dicono che le scuole sono pericolose e che non manderanno a scuola i propri figli.
Scuole chiuse? Quelli, sempre gli stessi, dicono che chiudere le scuole è una sconfitta.
Ristoranti aperti? Quelli dicono che bisogna evitare i contagi.
Ristoranti chiusi? Quelli, sempre gli stessi, dicono che i ristoratori sono allo stremo.
Teatri aperti? Quelli dicono che la cultura non è indispensabile e si deve fermare.
Teatri chiusi? Quelli, guardate che sono sempre gli stessi, dicono che il mondo della cultura muore.
Decide il governo? Quelli gridano alla dittatura.
Il governo fa decidere alle regioni? Quelli stessi della dittatura dicono che il governo non vuole prendersi le sue responsabilità.
Diminuiscono i contagi? Il virus non esiste più.
Aumentano i contagi? Il virus è stato sottovalutato, dicono quelli per cui non esisteva più.
Il governo non coinvolge le opposizioni? Ecco, non ci chiedono mai, dicono.
Il governo coinvolge le opposizioni? Troppo tardi, dicono.
È lo spessore della politica a cui assistiamo. Ogni giorno, tutti i giorni. Mentre sale la paura e mentre servirebbero decisioni convinte e tempestive. E, sia chiaro, questo senza nulla togliere alle responsabilità del governo. Ma così diventa davvero tutto difficile. Tutto.
Buon lunedì.