Fred! è il nuovo affascinante testo teatrale di Matthias Martelli che lo interpreta condividendo appassionatamente il palco con Roy Paci. Insieme i due artisti evocano Fred Buscaglione con maestria. Arturo Brachetti è il regista e dirige uno spettacolo pieno di ritmo, coinvolgente e frizzante. Prodotto da Il Parioli e Enfi Teatro, Fred! è una biografia che si muove tra toni pop e atmosfere oniriche, evocate anche dal sapiente uso delle luci. Sonorità e canzoni vengono ricreate dalla voce e dalla tromba inarrestabile di uno splendido Roy Paci e dall’affiatamento dei bravissimi musicisti che suonano live, creando un movimento di festa o, in altri momenti, di profonda nostalgia: Roberto De Nittis, al pianoforte; Paolo Vicari, alla batteria; Gianmarco Straniero al contrabbasso; Didier Yon al trombone. La ricerca sulla musica non si ferma alle prove, allo spettacolo, riempie i discorsi, le serate di tutto il cast, affiatato e generoso. Sul palco invece la storia di Fred nasce dalla voce, anzi dalle voci, di Matthias Martelli, che si tramuta da narratore nei diversi personaggi, dando cenni biografici con la sua caratteristica ironia e con lo sguardo attento al mondo di ieri come di oggi. La scenografia, di Laura Benzi, è d’effetto, mobile e funzionale. La ricerca è tutta incentrata su Fred Buscaglione, sull’artista, sulla sua storia, sui brani che hanno affascinato generazioni e caratterizzato gli anni del boom economico, sulle difficoltà di sfondare, sugli amici, sull’amore. La corsa verso la fine dello spettacolo inizia subito. Momenti, vicende e situazioni scorrono al ritmo di un jazz trascinante, senza posa, come in una girandola. Gli interpreti giocano, vivono, collaborano, coinvolgono il pubblico e alla fine la sensazione che il protagonista di questo racconto visivo e sonoro sia un artista tutto da riscoprire accompagna lo spettatore fino fuori dal teatro.
Matthias: Dante, Raffaello, oggi Fred Buscaglione. Come mai questo personaggio?
Fred Buscaglione è stato un grande, così tanto da essere riconoscibile per tutti. Chiunque, anche chi è nato quarantanni dopo la sua morte, conosce brani come Eri piccola così, Che bambola, Guarda che luna. Mi interessava. Poi è sempre colpa di Torino, la città in cui sono nato artisticamente. Con la mia compagna vivo nella strada alle spalle di quella in cui viveva Leo Chiosso (autore e drammaturgo, che scriveva le parole delle canzoni di Buscaglione, suo fraterno amico). Attigua alla sua c’era la casa di Fred. I due amici si parlavano dal balcone, come raccontiamo nello spettacolo, e questa situazione era affascinante.
È questo che ti ha dato l’idea dello spettacolo?
In un certo senso, sì. Io e Arturo Brachetti cercavamo una storia, perché volevamo lavorare insieme e poi – bam – è arrivata l’idea. Arturo ne è stato entusiasta, abbiamo contattato subito Roy Paci per la parte del co-protagonista e lui ha accettato.
Roy, perché in coda allo spettacolo definisci Fred Buscaglione contemporaneo?
Perché ha un modo di cantare assolutamente moderno. Il modo che aveva di dire le frasi, è qualcosa che potremmo chiamare rap, sarebbe questa la definizione giusta. E poi per il suo modo di essere. Fred non era qualcuno che voleva essere famoso, voleva solo trovare il modo di campare, di cambiare la sua vita, uscire dalla povertà e da una situazione difficile. Faceva il suo mestiere. Mi ci riconosco molto. La fortuna mi ha permesso di diventare un nome, di ricevere soprannomi molto lusinghieri, di diventare anche chi permette ad altri di lavorare ma io, fin dall’inizio, ho sempre e semplicemente trovato nella musica qualcosa che sapevo fare bene. Qualcosa in cui ero e sono bravo. In cui trovo quindi la felicità, l’allegria. Poi certo ci vuole anche fortuna. Quella che Fred purtroppo non ha avuto.
Ma la sua musica resta, e con entusiasmo questo spettacolo ce lo ricorda. In scena al Parioli di Roma fino all’8 gennaio lo spettacolo è in tournée in tutta Italia.